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Sui Diritti LGBTI l’Europarlamento condanna l’Italia insieme a Polonia e Ungheria

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di Paolo M. Minciotti

Il Parlamento europeo nella una risoluzione sulla “Depenalizzazione universale dell’omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda” approvata giovedì dalla plenaria riunita a Strasburgo, denuncia l’Italia come la Polonia e l’Ungheria nella retorica contro i diritti gender e Lgbtiq.

Le destre al governo che seminano intolleranza contro ogni minoranza, capaci solo di incazzarsi per una vignetta – perché dove esse osano nessun altro osi – hanno visto approvato “l’emendamento 19 presentato dai Verdi e dalla Sinistra, che è stato approvato”, scrive il Corriere, e “esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell’Ue” e “condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia”.

La risoluzione, presentata da popolari, socialisti, liberali, Verdi e Sinistra e stata adottata con 416 voti a favore, 62 contrari e 36 astensioni.

Il parlamento europeo ha inoltre ribadito che i movimenti politici che non riconoscono i diritti delle persone Lgbtiq “ostacolano drammaticamente gli sforzi per raggiungere la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender” perché “legittimano la retorica che afferma che le persone Lgbtiq sono un’ideologia piuttosto che esseri umani”. La risoluzione segue l’orrendo disegno di legge dell’Uganda che propone la pena di morte, l’ergastolo o fino a 20 anni di carcere per i reati di “omosessualità” o la sua “promozione”, e chiede la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender.

Così le destre allontanano dall’Europa il nostro paese mentre squinzie sgrammaticate intervengono in diretta a Radio24, nel programma Melog, raccontando “vedo gialli, neri, bianchi ogni volta che esco di casa e non è possibile”.

 

 

(20 aprile 2023)

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