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Colleferro, il 17enne aggredito è grave, ma non in pericolo di vita

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di Redazione, #Colleferro

Calci e pugni, Colleferro dev’essere stato scambiato per un ring e nessuno ha fatto notare il contrario, e un 17enne grave in ospedale, non in pericolo di vita, preso a calci e pugni da coetanei, tre dei quali identificati altri due in corso di identificazione – c’è chi parla invece di due identificati e basta – e qualcuno che si affretta a dire che a Colleferro non c’è delinquenza. Lo dissero anche dopo la morte di Willi Duarte. Ammazzato per niente.

IL giovane pestato è stato raggiunto dall’assessore regionale D’Amato insieme al sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, che si sono recati in visita al ragazzo manifestando la loro solidarietà “alla famiglia, alla mamma di Lorenzo che è in stretto contatto con il figlio e alle comunità di Colleferro e Segni. Basta violenze! Un plauso va alle Forze dell’ordine, alla Polizia Locale e alla Procura di Velletri per aver prontamente individuato i responsabili dell’aggressione”.

Sulla vicenda era intervenuta anche l’esponente PD Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione in Consiglio regionale che aveva espresso il suo sconcerto per “l’aggressione di un ragazzo minorenne in pieno giorno a Colleferro” stigmatizzando gli “scontri senza movente tra giovani, di nuovo il branco contro il singolo. La vittima, un minore aggredito in pieno giorno, sembra essere fuori pericolo, ma dobbiamo rimanere vigili. Esprimo la massima vicinanza al ragazzo, alla sua famiglia e ai Sindaci di Segni e Colleferro, Piero Cascioli e Pierluigi Sanna che hanno mostrato ancora una volta come la collettività può reagire unita di fronte alla brutalità. La ferita della morte di Willy è ancora aperta nella comunità e quanto accaduto ieri conferma che questi episodi di ingiustificabile e incomprensibile violenza debbano mettere in moto una seria riflessione su quello che sta succedendo tra i nostri giovani. La pandemia ha sicuramente esasperato dinamiche già presenti nella società, ma senza scuola, sport, spazi culturali e di socialità, la violenza non può diventare l’unica risposta ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze. Se non saremo in grado di rimettere al centro del dibattito politico i giovani e le giovani, il loro presente e futuro, rischiamo di perdere un’intera generazione nella banalità del male”.

 

(19 aprile 2021)

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