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Destossi la Sindachessa con gran spolvero. Casapound: “Ci sgomberano”. Ma nulla è ufficiale e staremo a vedere

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di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Maicoifascisti

 

“Destossi la Sindachessa con gran spolvero” raccontandoci, una volta di più, che “la legalità è tornata a Roma” perché ci sarebbe stato un primo passo verso lo sgombero dell’immobile in Napoleone III occupato a spese dei romani da 17 anni da Casapound il cui apparato propagandistico, mentre la Sindachessa lancia l’ennesimo manifesto atto a dire ai romani “io sono brava e sono buona” a difesa della sua incapacità, lancia l’allarme e aizza i suoi cani: “Ci sgomberano”.

E mentre gli imbecilli da social scrivono che l’ordine “è stato firmato” – balle! – si ha notizia di un possibile incontro, Casapound lo dà per certo mentre Questura di Roma e Digos dichiarano che di incontri non ce ne sono stati, e di ordini nemmeno, e nel cuore dell’Esquilino si gioca alla fiction televisiva con continui colpo di scena. Adnkronosprima per certo l’ordine di sgombero citando rappresentanti dei neofascisti, poi batte una notizia alle 10.41 del 4 giugno dove scrive che le procedure per la notifica del provvedimento sono in corso. Poche ore prima Repubblica cita l’ADKronos riprendendo una dichiarazione all’agenzia di Digos e Questura: “Non ci risulta, non è vero. Non è stato notificato nulla”.

Un paese che va in una direzione sola, diciamo, con giornali ed agenzie che giocano a smentirsi l’un l’altra. Di quella dichiarazione noi non abbiamo trovato traccia, ma noi siamo un giornalino mica un giornalone.

Ciò che inquieta è però la Sindachissima, già dei Sesterzi. Ad ogni roboante annuncio, possibilmente via Twitter, dell’inquilina pro tempore del Campidoglio che doveva “rivoltare Roma come un calzino” e c’è riuscita perfettamente, è puntualmente seguito il nulla. E’ dunque è lecito pensare che quelli di Casapound rimarranno lì ancora a lungo. Speriamo di essere smentiti a breve.

Quel che si sa è che l’ex direttore del Demanio, il prefetto Riccardo Carpino, aveva ordinato lo sgombero di Casapound informando sia la procura che la prefettura, era il 12 luglio 2019. Mentre la Sindaca stava zitta, Zingaretti anche, così come tutti i partiti dell’arco costituzionale i neofascisti di Casapound – che a Todi governano con Lega e Fratelli d’Italia – hanno impugnato l’ordine di sgombero lo scorso  8 novembre davanti al presidente della Repubblica. Ci vuole faccia tosta. Ora l’iter si concluderà al Consiglio di Stato. La Sindachissima già delle Funivia se ne stette zitta di fronte alla faccenda e ora parla del “ritorno della legalità”. Ci vuole faccia tosta.

Se ne stette zitta la Sindaca Raggi già del pannolino lavabile, politicamente parlando, anche quando l’inchiesta della procura della Corte dei Conti, chiese a 9 funzionari del Demanio e del Miur (che ha avuto in gestione il palazzo) un risarcimento di 4,6 milioni di euro per per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni dopo una inchiesta della Guardia di Finanza tra le famiglie che occupano lo stabile, tra le quali ci sono dipendenti di Cotral e del Comune di Roma!

Ci vuole faccia tosta. E senza dubbio tutti protagonisti di questa storia di neofascismi ed illegalità ce l’hanno.

Subito dopo la pubblicazione di questo commento è arrivata la notizia dell sequestro della sede di Casapound ordinato dalla Procura di Roma. Il giudizio politico sull’operato di Virginia Raggi non cambia di una virgola.

 

(4 giugno 2020)

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