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Roma, senza fissa dimora. Palumbo (PD): “Delibera 31 getta nel caos uffici e non garantisce assistenza. Riaprire confronto con associazioni di volontariato”

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di Gaiaitalia.com

 

 

 

 

 

“Ieri sera (20 aprile, ndr)si è tenuta una seduta della commissione trasparenza sulle nuove regole per l’ assegnazione di una residenza anagrafica alle persone senza fissa dimora. Alla riunione erano presenti i responsabili dei servizi sociali e anagrafici dei municipi della capitale e i rappresentanti della Caritas di Roma, della Comunità di Sant’Egidio, dell’Esercito della Salvezza, di Focus-Casa dei diritti sociali, dell’Associazione Centro Astalli e dell’ OAS che hanno espresso tutti forte disappunto sulle nuove procedure che l’amministrazione intende adottare. Il timore e quello di non riuscire più a garantire ai cittadini in situazioni di fragilità sociale la residenza virtuale. E’ evidente che la delibera di Giunta n. 31 del 3 marzo scorso anziché avviare un aggiornamento delle modalità di assistenza e sostegno per i ‘senza tetto’ tende soprattutto a cancellare l’attività delle associazioni di volontariato che assistono da decenni, attraverso un lavoro di prossimità e con esperienza ventennale, quasi 18.000 senza casa. Solo grazie all’assistenza di personale volontario queste persone sono riuscite ad avere l’iscrizione all’anagrafe prendendo la residenza nelle associazioni di volontariato e avviando così un percorso di accompagnamento e spesso di reinserimento sociale . Le nuove regole, varate dall’assessorato ai servizi sociali, invece demandando in via esclusiva le procedure per la residenza ai soli municipi con i funzionari costretti ad andare alla ricerca dei senza casa per fare un censimento delle presenze nel territorio del loro municipio. Notoriamente queste persone vagano su tutto il territorio cittadino e l’individuazione puntuale può essere un esercizio vano per chi non ha le conoscenze appropriate. Con le nuove norme si rischia quindi un ritorno al passato rendendo nuovamente ‘invisibili’ qualche migliaio di romani bisognosi di attenzione e cure. L’iscrizione anagrafica, per queste persone di disagio estremo, consente di richiedere un documento di identità, di ottenere l’assistenza sanitaria, il riconoscimento di invalidità, di riscuotere la pensione e altre assistenze di carattere sociale legate alla residenza. Tutte le comunicazioni verso queste persone che erano trasmesse alle associazioni ora dovranno essere indirizzate ai municipi. Si tratta di uno stravolgimento delle procedure che rischia di gettare nel caos gli uffici comunali, i cittadini e le associazioni di volontariato.
Sono dell’avviso quindi che la residenza fittizia, così come è stata congeniata dal nuovo provvedimento, risulta non applicabile in molte sue parti. Ieri a rinforzare le critiche alla delibera sono stati anche gli interventi dei dirigenti comunali presenti alla riunione, i quali hanno ravvisato un ulteriore aggravio di compiti per le assistenti sociali di Roma Capitale costrette ad operare in una situazione già al limite del collasso. La delibera n. 31 demandando agli assistenti sociali ulteriori funzioni d’intervento rischia di distogliere questo personale da altri compiti più specifici per i servizi sociali.
Nella riunione è emersa quindi , in tutta evidenza, la grande difficoltà da parte dei municipi di poter garantire la gestione amministrativa delle residenze virtuali con il grave rischio di alimentare il caos in questo delicato settore sociale. La delibera è frutto di un lavoro fatto frettolosamente senza avviare un confronto propedeutico con chi da decenni è in prima fila nell’affrontare i problemi dei ‘senza fissa dimora’ a Roma. Chiedo all’assessore Baldassarre e alla giunta di riavviare rapidamente il confronto con tutti i soggetti impegnati nel sostegno dei ‘senza fissa dimora’ e di apportare i dovuti correttivi al provvedimento varato il 3 marzo u.s.”

Così in una nota stampa giunta alla nostra redazione il Presidente della commissione trasparenza Marco Palumbo.

 




 

(21 aprile 2017)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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