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Capolavoro PD. D’Amato sbatte la porta e saluta l’allegra macchina da guerra

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di Giancarlo Grassi

Il candidato sconfitto del centrosinistra, ex assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato non ci sta e sbatte la porta. Dimissioni dal PD. Irrevocabili. Pare. Non gli è andata giù la partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione del M5S nella quale Grillo è apparso come un destro presagio inneggiando a passamontagna e brigate. Marta Bonafoni, attuale coordinatrice della segreteria del PD, è stata eletta proprio nella lista di D’Amato. Le dimissioni dell’ex assessore non sono un buon segno.

In un’intervista al quotidiano Repubblica D’Amato ha spiegato le sue ragioni con chiarezza: “È stato un errore partecipare a una manifestazione che si è connotata con parole d’ordine inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra, che ha sempre combattuto queste forme di violenza verbale. È stato un errore politico e una sottovalutazione, vedo una sorta di spirito gregario in questa partecipazione. Ancora più grave è il mancato ed immediato pubblico dissenso da Grillo e Ovadia”. Perché anche Moni Ovadia, uomo che della sua cultura straordinaria dovrebbe fare virtù, ha sostenuto dal palco che “la guerra in Ucraina l’hanno catenata gli USA” che è esattamente ciò che dice Putin. Un po’ troppo per essere lì da segretaria di un PD che garantisce coi suoi voti il sostegno all’Ucraina.

C’è aria di scissione. E D’Amato incalza: ” (…) ribadisco che è stato un errore partecipare a questa mobilitazione. Le manifestazioni unitarie vanno realizzate su piattaforme comuni. Aderire così è il sintomo di uno spirito minoritario, che non aiuta a costruire un’alternativa di governo, che va creata su un impianto riformista, contro i sovranisti e i populismi. Quello che hanno detto Grillo e Ovadia invece è la quintessenza del populismo”.

E c’è aria di scissione. Nel frattempo il governo fa quello che vuole e la segretaria PD non risponde nel merito, né in parole e tantomeno in opere.

 

(19 giugno 2023)

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