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Salvini e la redistribuzione delle poltrone, o del Mercato delle Vacche di antica memoria

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di G.G. #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica

 

Quando la praticò Berlusconi, c’era coinvolto il senatore Gregorio, una storiaccia da due milioni di euro e tre anni di condanna, la chiamavano mercato della vacche, una gioiosa pratica ripresa nel 2018 e che parrebbe ritornare ora, per motivi squisitamente di poltrone, scusate, per motivi squisitamente politici: con tre peones  berlusconiani che approdano alla Lega di Salvini. Perché essere di estrema destra in questo paese è una cosa seria. Ed ora non si tratta più di denaro, ma di prestigio. Dunque vacche grasse.

Ad andarsene da Forza Italia sono Laura Ravetto, ex sottosegretaria del governo Berlusconi, Federica Zanella e Maurizio Carrara che hanno annunciato l’adesione alla Lega. Il problema è il vivere con sempre maggior “disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito Democratico“, ed il disagio – lo insegnano anche i consulenti famigliari, oltre agli psicologi – è una roba seria, spesso devastante. Soprattutto quando il partito che ti ha dato la poltrona, in calo di consensi, rischia di non dartela più. Insomma un divorzio in piena regola.

L’annuncio arriva con precisione chirurgica nel giorno in cui il presidente del Consiglio regionale della Calabria viene arrestatoSalvini può giocare a fare la vergine ed il puro e purissimo, accogliendo tra le sue capienti e paterne bracci coloro che dentro Forza Italia oggi vivono con disagio. Insomma una gioiosa congrega di buoni samaritani e non un partito sempre più estremista assediato dalle Procure.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria arrestato, sia ricordato con umana compassione, è di Forza Italia.

Da un famoso network nazionale Salvini ha poi lanciato il sasso nascondendo la mano con affermazioni anti-berlusconiane e con illazioni su Mediaset che ha definito “una grande azienda con 3500 dipendenti, miliardi di euro di fatturato” che “va tutelata come tutte le aziende italiane, piccole e grandi, ma non ha bisogno di aiutini, e non voglio nemmeno lontanamente pensare che da questo punto di vista ci possano essere scambi di interessi e di favori, sono convinto che non sia così”. In realtà stava suggerendo che i favori potrebbero anche eserci, ma per quanto ne sa lui non ci sono. Nel frattempo Di Maio chiudeva la porta a Berlusconi, questo povero vecchio non lo vuole più nessuno, dicendo che “M5S e Forza Italia” non possono stare insieme. Ciò che non dice Di Maio è che Berlusconi ha offerto il suo appoggio esterno su provvedimenti precisi, e non lo dice nemmeno Salvini la cui Lega, in Calabria, è partito di maggioranza ed esprime il presidente facente funzioni con scialle al seguito. Ed è alleato di Forza Italia, oltre che di Fratelli d’Italia.

La nota con cui i tre ex Forza Italia salutano l’anziano leader, raccoglie ringraziamenti per come Berlusconi ha permesso ai tre “di mettere le loro competenze [sic]” al servizio del paese. Ecco. Per dire.

 

(19 novembre 2020)

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