di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica
Mentre un paese intero scendeva per le strade, con mascherine e candele accese, chiedendo “Giustizia per Willy”, mentre sul web una petizione chiede una medaglia d’oro al valore per il giovane 21enne ammazzato, mentre pare che uno dei presunti assassini fosse iscritto a Fratelli d’Italia e mentre, ancora, da Pontassieve arrivava la notizia di un’aggressione [sic] ad orologeria al Salvini del tanto tuonò che piovve, né Matteo Salvini né Giorgia Meloni hanno trovato il tempo per recarsi a Colleferro.
E’ vero che in Lazio non si vota, ma si ha il sospetto che il Tribuno e la Le Pen della Garbatella vogliano evitare una contestazione massiccia in clima pre-elettorale – hai visto mai che la faccenda sovverta i pronostici di cappotto delirati da Salvini su ogni canale possibile e i sogni di sorpasso della bionda urlatrice? Va ricordato che Lega e Fratelli d’Italia votarono contro la risoluzione UE che condannava l’uccisione dell’afroamericano Floyd da parte della Polizia americana o basta affidarsi alle grida?
Questa politica presenzialista che grida dai social trovando in essi l’espressione perfetta per chi vuole dichiarare ciò che vuole dichiarare senza doversi confrontare né argomentare; questa politica disumana che si serve dell’uomo invece di servire l’uomo pensa di potere continuare a non essere presente là dove serve esserci, ignorando l’effetto tumultuoso che la sua assenza provoca?
Vale per Meloni e Salvini, vale per Zingaretti e i cloni a 5 Stelle, vale per tutti coloro che gridano, gridano, gridano e non servono a nulla. Nemmeno a loro stessi. Certo, data la dinamica dei fatti, i commenti degli amici dei presunti colpevoli, la presenza di Salvini e Meloni, avrebbe permesso di fugare ogni dubbio di possibili connivenze tra le frange più estreme della società e le loro destre sempre più estreme
(10 settembre 2020)
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