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di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@@GaiaitaliaRoma #Campidoglio
Se, come scriveva il 6 luglio scorso Linkiesta, Monica Cirinnà si candidasse per sfidare Virginia Raggi per la poltrona di Sindaco della Capitale significherebbe che dentro il PD non sono impazziti del tutto e che hanno deciso di cominciare a mettere in campo le persone di valore che dentro il partito ci sono, e che non hanno lo stesso stile di chi – come Orlando – fa polemiche interne sui sondaggi.
Cirinnà è fiera esponente dell’anima di sinistra del PD; la legge sulle Unioni Civili porta il suo nome, ed è di sinistra sul serio, non come l’Orlando furioso di cui si parlava in alto; è donna pragmatica, capace, ed ha già reso noto – interpellata da Linkiesta – che prima “dei nomi servono progetti forti, delle primarie delle idee aperte a un campo largo di forze. I nomi verranno di conseguenza, non possiamo fare la solita guerra delle facce infischiandosene delle idee per Roma”. Chiarissima.
Poi c’è la politica. C’è l’inciucio governativo – un matrimonio contronatura – che vede al Governo nazionale l’immobile apparato M5S-PD circondato di satelliti in perenne moviemnto verso la visibilità e quella battuta zingarettiana (battuta?) che diceva che l’idea di una possibile iicandidatura di Virginia Raggi, la peggior sindaca che la storia di Roma ricordi, non era poi così campata in aria.
Vedremo quanto male, da qui alle primarie ed alla designazione del candidato o della candidata sfidante di una Raggi in caduta libera, il PD riuscirà a farsi, quante tensioni riuscirà a creare e con quanta determinazione riuscirà a scovare il nome peggiore per Roma.
(7 luglio 2020)
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