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Pierino Prati: una forza del passato. “Pensierini Romani” di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #PierinoPrati

 

Salutiamo con affetto Pierino Prati, indimenticabile attaccante del Milan e della Roma. Un milanese di Cinisello che, dopo aver trascinato con i suoi goal il ‘diavolo’ rossonero a vincere di tutto, compresa la Coppa intercontinentale, anche a Roma fece assai bene, segnando 41 reti. Erano gli anni della ‘Rometta’, anche se Bruno Conti e Agostino Di Bartolomei, in quanto giovani promesse, stavano già nella squadra ‘primavera’. Ciò venne dimostrato da quel campionato del 1974/75 in cui la ‘primissima’ Roma di Niels Liedholm giunse terza in classifica, dietro Juventus e Napoli. La squadra giallorossa non era partita benissimo, ma la saggezza del ‘Barone’ e i goal di Pierino Prati cominciarono a raddrizzare molte partite e una prima ‘ombra’ della grande Roma degli anni ’80 cominciava a intravedersi. Terminata inspiegabilmente la prima parentesi di Liedholm nella capitale, verso la fine degli anni ’70 vi fu una preoccupante involuzione, con qualche campionato in affanno e altri passati quasi sull’orlo della retrocessione. E anche la parabola di Prati tramontò inesorabilmente, per ovvie questioni anagrafiche. Ci fu un periodo in cui, nella Roma, si salvava solo Paolo Conti, il portiere, che non a caso venne convocato, nel 1978, ai mondiali di Argentina come ‘secondo’ di Dino Zoff. Poi giunse, finalmente, l’era dei più giovani: Bruno Conti, di ritorno dal Genoa; Agostino Di Bartolomei dai ‘campetti’ di Tormarancia; Carletto Ancelotti da Reggio Emilia. E infatti arrivò, un po’ inaspettata, una prima Coppa Italia (che, in realtà, era la terza) nell’estate del 1980. E l’anno dopo un’altra Coppa Italia, questa volta con Paulo Roberto Falcao titolare ‘fisso’ e Niels Liedholm nuovamente in panchina. Insomma, la ‘Rometta’ degli anni ’70 deve molto a Pierino Prati: senza i suoi goal, in alcune ‘annate’ la Roma ha rischiato parecchio. E soprattutto quando si recava in trasferta, la sua mentalità era quella di chi pensava a “perdere di poco”, tanto per ‘salvare la faccia’. Fino all’era di Paulo Roberto Falcao, l’unico giocatore che aveva dato qualche soddisfazione a romani e romanisti fu proprio lui, Pierino Prati: in ritardo rispetto al Milan di Rocco; in anticipo sulla Roma ‘vera’.

 

 

(23 giugno 2020)

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