di Redazione #Roma twitter@GaiaitaliaRoma #Maiconsalvini
Dunque Matteo Salvini ha detto a Roma di fronte ad un assemblea di persone accorse [si] ad ascoltarlo via pullman di attivisti della Lega o via disperazione post-Raggi, riassumiamo in soldoni, che le sue proposte sono migliori di ciò che Virginia Raggi ha fatti fino ad oggi. Lo ha detto con la sicumera del provinciale che parla a provincialotti. E sparando sulla Croce Rossa. Per fare meglio di Virginia Raggi basta infatti anche Salvini.
Tuttavia il racconto salviniano, ma non salvifico, dimentica alcune questioni che vanno sottolineate: ovunque la Lega governi è andata all’esercizio provvisorio: In Sardegna, doveva aveva promesso miracoli, in Calabria, dove pure aveva promesso miracoli, in Umbria dove aveva promesso miracoli. L’ultima notizia sul fronte leghista che arriva dall’Umbria parla di tagli del 70% alla Protezione Civile. Nel territorio più sismico d’Italia. Questo è Salvini. Vuole il potere. A tutti i costi. Poi i programmi elettorali non contano più. Ma a fare promesse, davvero non ha rivali.
Così mentre i sardi che gli hanno creduto sono ancora lì ad aspettare i soldi delle quote latte promessi dal Salvini del Papeete che parla con la madonna di Medjugorje, ecco il prode segretario candidato premier che dovrebbe anche stare in Senato, ma è in perenne campagna elettorale, lanciarsi contro Virginia Raggi che è morta da una settimana dopo il suo insediamento e che ha ridotto Roma ad una capitale da quinto mondo dove non funziona più nulla. Lei che doveva fare la rivoluzione.
Ma promettere rivoluzioni e fallire miseramente dando la colpa agli altri è il refrain della destra di questo paese, comunque la vogliano chiamare coloro che la rinnovano ad ogni tornata elettorale dandole nomi sempre diversi – ma sempre destra di incapaci è.
Lui, le corazzate Mediaset lo celebravano in tutte le salse nei loro notiziari bomba del mattino a base di morti e in attesa della Panicucci che parla di disgrazie e dolori, mentre ignoravano la manifestazione della Sardine, perché a casa Berlusconi la faziosità è tutto.
E ne parlavano come del salvatore della Patria. L’ennesimo. Ora avanti il prossimo.
(17 febbraio 2020)
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