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Elisabetta Franchi e le “carampane” al potere #pensieriniromani di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana

La querelle in merito al talk aziendale della signora Elisabetta Franchi, che oltretutto è anche Cavaliere della Repubblica – udite, udite chi diamine mandiamo avanti in questo Paese bellissimo, ma totalmente inutile – fa pienamente e crocianamente il paio con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse, ritrovata da una collega della Rai nell’ascensore di Saxa Rubra. Perché le due cose possiedono un preciso collegamento. Da sempre.

E’ infatti una precisa mentalità, quella dei piccolo borghesi arricchiti, a generare certi richiami della foresta. E’ proprio un certo tipo di aziendalismo dirigista ad aver sempre bisogno di un nemico di classe. Una borghesia ignorante e arruffona, che non ha altro problema da risolvere se non quello di uccidere nella culla ogni tentativo di sviluppo di una sinistra riformista, in grado di assolvere il compito di governare questo benedetto Paese, rimasto fermo agli anni ’50 del secolo scorso. Il sottoscritto protesta da tempo per questo genere di cose, soprattutto oggi che vesto anche i panni del piccolo editore. Ma come al solito, il problema sono io che avrei talmente un così “brutto carattere” da esser stato costretto a fondare un’azienda da solo, nonostante i notevoli risultati ottenuti in passato. Dunque, anche in questo caso, per questioni di forma, non di sostanza. Perché anche i maschietti hanno il loro protocollo da rispettare: lo si tenga a mente, che forse un giorno ne parliamo…

Ma a prescindere dalle questioni personali, che tanto si aggiustano sempre – soprattutto quando certa gente si ritrova impaludata nella stessa sostanza che essi stessi producono, da grandi imprenditori quali dicono di essere – anch’io in passato ho dovuto attendere il ritorno al lavoro di almeno 3 colleghe – e in qualche caso, qualcuna la sto ancora aspettando – per via del fatto che si trovavano, o si trovano, in maternità. E se confesso questa cosa in privato, passo anche per un coglione, perché non assumo le anta, quelle che “hanno già fatto il giro delle 4 boe”: notare il linguaggio da veliste della domenica. Una passata di straccio alle scale, io gliela farei proprio dare a questa qui…

E’ vero: quando una dipendente rimane incinta, la si perde per almeno per due anni, cioè fino ad avvenuto svezzamento del neonato. E spesso, la stessa lavoratrice resta incinta una seconda volta, finendo col farsi attendere per il doppio del tempo. Ma non si tratta di un protocollo, né di un “giro di boa”, bensì di un bivio bello e buono, posto innanzi al percorso di ogni donna: o fai carriera, oppure diventi una casalinga disperata. Un recinto nei confronti del quale possiamo anche dedicare una divertente serie televisiva. Così, tanto per prendervi simpaticamente per il culo

Ho una cara amica, in quel di Ravenna, che sarebbe la maggior esperta al mondo di cultura islamica: è un ex ricercatrice de La Sapienza di Roma la quale, a un certo punto, aveva addirittura vinto il concorso per una cattedra in Storia delle religioni. Eppure, ha finito col fare la moglie e la mamma: fine di una carriera che si presentava, a detta di tutti, assolutamente aperta a qualsiasi obiettivo, data anche la spiccata intelligenza della persona. A questa gente qui, quelli alla Elisabetta Franchi, torna assai comodo avere dei nemici. Anche e soprattutto quando si tratta di donne che pugnalano alla schiena altre donne. Ecco perché si mantiene in piedi una forma di classismo mafioso, che se ne frega totalmente dei risultati di eccellenza o del buon lavoro svolto in passato: per poter sempre cambiare le carte in tavola anche quando la partita è ancora in corso. Per decenni, ha fatto loro comodo teorizzare la questione di una trasformazione della forza elettorale della sinistra italiana in un grande Partito socialdemocratico alla tedesca. Oggi, improvvisamente, quella teoria non va più bene, “perché quando eravate comunisti avevate un’identità, mentre adesso nessuno capisce chi siete e cosa volete…”.

Prima eravamo tutti rivoluzionari. Persino il sottoscritto, che era – e che sarebbe ancora oggi – un riformista vero. Oggi, invece, siamo tutti “neoliberisti”: mai che ne vada bene una, con questa gente qui. C’è persino chi sta dicendo in giro che Papa Francesco sarebbe un rosacrociano. Praticamente, in Vaticano avrebbero eletto un pontefice massone: pensate solamente un poco a come stiamo messi, ragazzi. Solo una cosa è certamente vera, cara signora Franchi: chi siete voialtri lo sappiamo benissimo. Sin dai tempi di Curcio e Franceschini, ancora oggi carissimi amici del sottoscritto, anche se ci sentiamo assai di rado. Perché Curcio e Franceschini sbagliarono il metodo – la lotta armata – e gli obiettivi, ma i loro presupposti sociologici non erano poi così lontani da quella verità a cui si continua a incatenare questo Paese.

Ci voleva spiegare quale sarebbe il barometro del 2022, gentile Cavaliera? Bene: sappia sin d’ora che tende al brutto. E che le carampane al potere non basteranno a sgombrare le tante nubi che già si profilano all’orizzonte.

 

(10 maggio 2022)

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