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Nessuno tocchi Mourinho #pensieriniromani di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana, #pensieriniromani

La Roma ha perso anche a Venezia contro una neo-promossa. Tuttavia, adesso non prendiamocela con José Mourinho: è l’associazione sportiva Roma che, in estate, compie sempre delle scelte tecniche e di mercato assai discutibili. Quando si vuole costruire una buona squadra, bisogna evitare certi collages di stranieri di medio livello, dato che il vivaio dell’associazione sportiva Roma, da sempre tra i migliori d’Italia, può tranquillamente produrre giocatori della stessa, medesima, qualità: fu così in passato con Agostino Di Bartolomei e Francesco Totti; è così ancora oggi, come nel caso di Lorenzo Pellegrini.

La scelta di lasciar andare Edin Dzeko all’Inter, una società che, all’improvviso, si era ritrovata nell’impossibilità di offrire a Romelu Lukaku lo stipendione che chiedeva, è stato un errore: l’attuale punta centrale, Tammy Abraham, è ancora molto giovane e deve farsi le ossa, quanto meno nel campionato italiano. Al contrario, Dzeko era un attaccante di esperienza, capace da solo di prendersi sulle spalle un’intera squadra, com’è solito fare con la propria rappresentativa nazionale, la Bosnia Erzegovina, che senza di lui annasperebbe sui fondali più bassi della classifica mondiale della Fifa.

Insomma, si è andati da un eccesso all’altro: prima Edin Dzeko solo contro tutti; all’improvviso, la decisione di spedirlo a Milano cedendolo all’Internazionale, rimasta priva di un centravanti di ruolo. Bene fa Gian Piero Gasperini a far giocare l’Atalanta col finto nueve, sgombrando il tavolo da duemila problemi tecnici. Tuttavia, se anche in questi ultimi anni sta andando di moda l’ex tecnico del Genoa, si ricordi che José Mourinho è sugli stessi livelli, tranquillamente in grado di rielaborare quelle soluzioni tattiche che, da sempre, innovano il mondo del calcio, rendendolo una scienza dinamica. Sono le distinte società calcistiche quelle che, spesso, conducono campagne acquisti senza capo, né coda.

La Roma di quest’anno è la stessa dell’anno scorso: una squadra di medio livello, che perde regolarmente fuori casa e non risolve mai a proprio favore nessuno degli scontri diretti. La meno grande tra le grandi, praticamente. Un problema che proviene da lontano e che, di certo, José Mourinho non può risolvere con la bacchetta magica. Non ce l’ha nessuno, la bacchetta magica, nemmeno lui: mettiamocelo bene in testa. E a proposito di testa, cerchiamo di mettercela tutti quanti, al fine di trovare un’identità di squadra composta da uomini capaci di rendere la propria manovra meno macchinosa e più veloce, soprattutto sulle fasce laterali. Il ritorno di Leonardo Spinazzola dovrebbe sciogliere quest’ultimo nodo; il primo, invece, potrà essere risolto solamente individuando un leader. Una qualità che Edin Dzeko possedeva e che, ancora oggi, possiede.

 

(8 novembre 2021)

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