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#PensieriniRomani di Vittorio Lussana: Roma in Agonia

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di Vittorio Lussana, #pensieriniromani

Secondo un sondaggio realizzato da Izi, un istituto di ricerca capitolino sorto negli anni ’80 del secolo scorso, solo il 24,5% dei romani riconfermerebbe, oggi, Virginia Raggi come sindaco di Roma, seguita da Roberto Gualtieri col 15,9% e dal candidato del centrodestra, Andrea Abodi, che si fermerebbe al 15,5%. Per quanto riguarda gli altri: Carlo Calenda si ferma al 15,2%, mentre Vittorio Sgarbi ottiene un sorprendente 7,2%.

Nelle elaborazioni successive, cioè quelle relative ai possibili ballottaggi, Gualtieri la spunterebbe in tutte le sfide possibili, facendo convergere su di sé i voti degli altri candidati. Pertanto, il dato che emerge veramente è quello di uno sfarinamento degli elettorati, sia quello di centrosinistra, sia di centrodestra.

In genere, la differenziazione dei consensi e le divisioni politiche non sono un buon segnale: sarebbe meglio se la capitale d’Italia si compattasse attorno a due progetti e a due visioni culturalmente coerenti. Il fatto che tale compattamento possa avvenire solo attraverso il meccanismo dei ballottaggi delinea, in realtà, come non ci sia un’idea precisa, lineare, sul futuro della ‘città eterna’. Una confusione che non è colpa di nessuno, questa volta, poiché discende da una pandemia che, in realtà, ha tramortito psicologicamente la città, anche se una parte dei romani ancora non sembra esserne consapevole.

In ogni caso, anche un eventuale progetto conservatore non sarebbe da buttar via: turismo religioso, stornelli romaneschi e ‘barcaroli’ vari risulterebbero, alla fin fine, rassicuranti. E invece, no: stavolta abbiamo Abodi che vuole una cosa, Salvini che ne vuole un’altra e Sgarbi un’altra ancora. Risultato: si ritorna al Pd, con tutto il suo solito corollario di cose: estate romana, grattachecca, Venditti a tutto volume, autobus dell’Atac che ti abbandonano in culo alla Luna e via dicendo.

La vera impressione di fondo è quella di una povertà media dei romani decisamente aumentata. E non solo a causa della pandemia. La capitale offre sempre meno opportunità occupazionali e il suo cronico tasso di disoccupazione è terribilmente peggiorato.

Una Roma impoverita e agonizzante, che non ha più niente da offrire. A nessuno.

 

(30 marzo 2021)

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