di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #Roma
In questi giorni, sono alle prese con una falla d’acqua che si è aperta nel mio bagno. E mi ritrovo circondato dagli idraulici. I quali, poverini, hanno prima cercato di tamponare la perdita nel punto in cui essa avveniva, ma man mano che cercavano di agganciarsi al vecchio tubo, quest’ultimo letteralmente si sgretolava tra le loro mani. A riprova che, a Roma, quasi ogni cosa denuncia un’evidente mancanza di manutenzione, persino nelle case. Si vive così, da queste parti, sperando che non accada mai nulla, come se la Provvidenza potesse sempre salvaguardarci e proteggerci. E’ proprio una mentalità, non c’è niente da fare. Un meteorite ci mette dai 2 ai 4 milioni di anni per cadere sulla Terra. E noi avremmo tutti il tempo per spostarci e prevenire l’impatto. Invece, restiamo sempre fermi lì, nel medesimo punto. Fino all’ultimo secondo utile. Siamo diventati ‘catatonici’. La qual cosa non significa affatto rimanere fissi e immobili come delle statue, bensì alternare stimoli d’impulso, totalmente irrazionali, a lunghe pause dettate dalla nostra peggiore pigrizia mentale. Come nel teatro dell’assurdo, in cui gesti ossessivi e inaspettati si alternano a lunghi vuoti, perché si attende l’intervento del ‘santo’ in grado di rimettere insieme tutti i pezzettini del ‘puzzle sociale’ che ognuno degli attori in scena tende, più o meno consapevolmente, a creare. Siamo immersi nell’individualismo spicciolo.
Ovvero, nel qualunquismo della nostra più colpevole ignoranza.
(28 maggio 2020)
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