di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #Rma
Martedì 29 gennaio 2020: immerso nel traffico a bordo della mia automobile, trovo il sottopasso ‘Giovanni XXIII’ chiuso per lavori e mi tocca uscire a Corso Francia. Inforco via di Vigna Stelluti e, in seguito, via della Camilluccia, fino ad arrivare alla via Igea, dove mi fermo per un caffè. Parcheggio a spina di pesce nell’unico posto libero. Scendo, entro in un bar e consumo il mio caffè. Esco e trovo la Polizia municipale letteralmente scatenata, compulsivamente intenta ad appioppare multe a tutti quanti, compresa la mia autovettura. Ero, in effetti, parcheggiato a spina di pesce in un parcheggio che, invece, prevede la sosta parallela al marciapiede. Solo che io ero l’ultimo arrivato: tutti gli altri erano già parcheggiati in quel modo e mi era decisamente impossibile mettere l’auto diversamente, anche perché non ero in grado di vedere le strisce bianche sotto le ruote delle altre auto in sosta. Insomma, vado a parlare con il vigile, il quale mi chiede pazienza, affermando: “Risultando chiuso il sottopasso, abbiamo avuto l’ordine di fare più spazio possibile su via Igea, per facilitare lo smaltimento del traffico”. In pratica, per migliorare la viabilità di una via di Roma potrebbe risultare corretto anche l’ingaggio di un ‘cecchino’, magari appostato sul tetto di un palazzo.
D’accordo: una contravvenzione di 30 euro non è la fine del mondo. E, soprattutto, non è una fucilata. Però… Eh! Però… Epperò…
(30 gennaio 2020)
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