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Facebook fa ricorso contro la riapertura della pagina di Casapound: “Non vogliamo persone o gruppi che diffondono odio”

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di Redazione #Roma twitter@GaiaitaliaRoma #Facebook

 

Facebook sembra persino umano in questa battaglia contro Casapound, umana anche nei difetti, visto il tardivo, terribilmente tardivo, risvegliarsi e scoprire che sul triste social blu erano ospitati seminatori d’odio e odiatori di professione, molti messi a libro paga dai politici, salvo poi oscurare le pagine di Casapound – che meritano ampiamente l’oscuramento – e della battaglia umana ha tutti i limiti.

Facebook arriva tardi ad oscurare ciò che andava oscurato sul serio – a noi non ha perdonato nulla, bloccando i nostri gruppi per mesi, senza giustificazione – e si gode le cause che Casapound gli intenta. Ovvero godendosi l’ordine di riattivazione degli account neofascisti oscurati dello scorso 12 dicembre, al quale ordine, ancora tardivamente ahiloro, risponde con un secco “No”.

La sentenza era stata festeggiata da CasaPound come una vittoria, ma si tratta di un’ordinanza che può essere ribaltata nel corso del giudizio, giudizio contro il quale Facebook ha fatto appello.

Non vogliamo che le persone o i gruppi che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono utilizzino i nostri servizi, non importa di chi si tratti. Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che vieta a coloro che sono impegnati in ‘odio organizzatò di utilizzare i nostri servizi”, ha dichiarato un portavoce della compagnia di Mark Zuckerberg.

Detto per incisio, e con tutto il rispetto, cosa volete che siano per i conti di Facebook 800 euro al giorno di multa (un totale di 292mila euro annui di penale) con quello che guadagna al giorno la compagnia del social blu?

 

 

(27 dicembre 2019)

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