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Storie di ordinario pendolarismo romano

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di Monica Maggi #Roma twitter@GaiaitaliaRoma #Disastri

 

Martedì 17 dicembre resterà una di quelle giornate da ricordare. Alle 8.40 della mattina una donna soldato, di guardia nella stazione Metro A Flaminio, si chiude in bagno e si spara un colpo di pistola al petto. La stazione verrà chiusa fino alle 15. Contemporaneamente arriva la notizia che la stazione Cornelia, sempre della Metro A, verrà chiusa per lavori dal 30 dicembre fino a data da destinarsi.

Non basta. ATAC dichiara forfait: la stazione Metro A Barberini non riaprirà a Natale come previsto e annunciato, lasciando tutto il centro privo di una fermata fondamentale. Ricordiamo che Barberini è chiusa dal 23 marzo di quest’anno, e dopo il caso disastroso della fermata di Repubblica (chiusa per quasi un anno), ATAC non voleva replicare il flop. Ma ce l’ha fatta anche stavolta. Non voglio neanche citare e accennare alle scale mobili guaste dovunque, nessuna stazione della Metro A si salva, e c’è da augurarsi di avere gambe e polmoni per fare le scale che servono per uscire in superficie.

 

 

E ancora. Nello stesso giorno un guasto tecnico rallenta la Metro B, e come se non bastasse arriva l’annuncio fatidico: la linea Roma Nord, ferrovia data in concessione all’ATAC e che collega Civita Castellana (in provincia di Viterbo) con il centro di Roma sbarcando a piazzale Flaminio, cambierà percorso. Fermerà non più a due passi da piazza del Popolo ma all’Acqua Acetosa!!!, e da lì i malcapitati verranno traghettati su gomma. Che vuol dire con autobus e relativo delirio di traffico.

Traghettati. E la parola non è usata a caso. Infatti la Roma Nord, linea nata nel 1932 e così praticamente rimasta fino ad oggi, se non per cambi estetici e funzionali dei vagoni, si è meritata il Premio Caronte da Legambiente per la peggior linea ferroviaria italiana.

 

 

Mi scuso con i lettori, perché quello che ho raccontato sembra un rompicapo. Ma così non è. È la storia di una normale giornata di una normale pendolare che vive appena fuori le porte di Roma (io). Ma come me ci sono migliaia e migliaia di cittadini romani, italiani e stranieri, turisti e persone in missione di lavoro, che affrontano con coraggio e incoscienza una giornata di spostamenti nella Città eterna. Che di eterno ci regala l’incertezza di arrivare o no (e quando) a destinazione.

 

 

 

(18 dicembre 2019)

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