di Vittorio Lussana #pensieriniromani twitter@gaiaitaliacomlo #politica
L’ennesimo sciopero dei mezzi pubblici, tenutosi a Roma in questi giorni, è stato motivato dall’unione sindacale di base di autisti e lavoratori con la cronica mancanza di sicurezza sulla cosiddetta ‘frontline’. Nell’accordo del 2017, infatti, in cambio di una maggior produttività e di maggiori carichi di lavoro, agli addetti dell’Atac era stata garantita la possibilità di lavorare in condizioni di sicurezza. La qual cosa significava: autobus che non vadano a fuoco; addetti alla sosta che non vengano aggrediti dai cittadini per lo scarso servizio causato dai pochi mezzi in circolazione; autobus ormai divenuti ‘vecchi’, con centinaia di migliaia di chilometri sulle loro ‘spalle’, anzi sulle loro ‘gomme’; condizioni di traffico impossibili; aumento delle patologie professionali; job rotation inestistente. Tutte motivazioni sacrosante, cadute nel dimenticatoio di un’azienda da tempo in dissesto. E che tale è rimasta, nonostante le vaghe promesse di una sindaca ‘ansia e sapone’.
(18 gennaio 2019)
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