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Virginia Raggi del codice giallorosso, del vincolo della Sovrintendenza e del Tevere non più a rischio

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di Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

 

Dopo il ricovero (felicemente conclusosi) in codice giallorosso di Virginia Raggi la Favolosa alla quale auguriamo vita lunga, sana e felice, meglio se lontana dalle istituzioni, piombava attorno alle 23, come un fulmine a social sereno, la notizia che Sindachissima e Casaleggio Associati, unitamente al Vate del Sacro Blog, avevano dato il loro positivo parere alla costruzione dello stadio della Roma a Tor  Di Valle, con il 50% di cubature in meno. Cosa sta a significare? In primis che lo stadio sarà raggiungibile soltanto in automobile circumnavigando la Capitale e che, di fatto, rimane privo di qualsiasi collegamento con la città. Questo almeno dicono i maligni.

Tagli significa anche tanti posti di lavoro in meno. Ma alla Sindachissima, al Vate e forse anche a sua maestà Casaleggio l’Erede, che si lavori di più non frega poi molto, perché dopo non saprebbero come fare campagna elettorale perenne, invece di governare.

 

Non stupisce che abbiano detto okay, c’era in ballo una penale da un miliardo che avrebbe messo in ginocchio il Campidoglio, già sufficientemente frustrato dalla Sindaca dei Tre Avvisi di Garanzia e delle Funivie che non si fanno per non scontentare i tassisti. Così via un po’ di cubature: un taglio qui, un altro là e facciamo lo stadio.

 




 

Improvvisamente, non vi stupite, scompare il vincolo della Sovrintendenza sulla zona ed il Tevere non è più a rischio inondazione da quelle parti. Se alla prima questione c’è una spiegazione, e vi stiamo per dire quale, alla seconda no. Sarà stata una scusa? Non sappiamo, certo Raggi la Favolosa potrà sempre incolpare la dirigenza della Roma di avere scelto lei l’area, concordandola con l’infausto ex sindaco Marino. Rispetto alla questione del vincolo della Sovrintendenza, il sito LaRoma24.it informa che l’iter andrà comunque avanti, indipendentemente. E’ chiaro perché dalle dichiarazioni della Sindaca in codice Giallorosso della questione non si parla? Perché in caso di un eventuale divieto Nostra Signora delle Bugie ai Romani potrà sempre incolpare la Sovrintendenza, cioè il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, cioè il Governo, cioè il PD. E quindi Renzi.

 

 

 

(25 febbraio 2017)

 




 

 

 

 

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