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di Vittorio Lussana

Giorgia Meloni è intervenuta alla presentazione del libro di Padre Antonio Spadaro, “L’Atlante di Francesco”, edito da Feltrinelli e dedicato ai dieci anni di pontificato di Papa Bergoglio.

Il suo è stato un buon discorso, dobbiamo dire. Anche se ha infilato, tra le sue considerazioni, anche la boutade che va per la maggiore in questi giorni a Roma: è colpa della Brigata Wagner – una falange di guerriglieri composta da mercenari ceceni al soldo di Putin – se ci ritroviamo assaltati dagli immigrati. Una stupidaggine che torma comoda a tutti, così si evita di litigare. Persino il capo della Brigata Wagner ha reagito prendendo a parolacce Guido Crosetto, il nostro ministro della Difesa, mandandolo letteralmente a quel paese. Pare, infatti, che questa notizia sia stata diffusa proprio da Crosetto, il quale l’ha saputa, a sua volta, dal Copasir. In realtà, la penetrazione della Russia in Africa è in corso da almeno un decennio. E il ruolo della Brigata Wagner è alquanto marginale su questo fronte, poiché impegnata, per lungo tempo, in Cecenia. Ed ecco il vero perché dell’incazzatura di mister Prigozhin.

In ogni caso, tornando alla premier Giorgia Meloni, nel suo elogio a Papa Bergoglio, ella ha attribuito al pontefice – in un particolare passaggio dedicato al crocefisso negli edifici pubblici e nelle aule scolastiche – anche l’idea di avere un approccio d’incontro e di confronto tra culture distinte e tradizioni religiose diverse. Un’intuizione che non è affatto cattolica, bensì laica. Anzi, è proprio una mia idea. Ho pure i testimoni, relativamente a quando l’ho dichiarata in pubblico. Invece, lei l’ha appioppata al Papa.

Anche l’idea di riconoscere le radici cristiane nella Costituzione europea, in realtà, è del sottoscritto. Ma risulta pur vero che si tratta di una convinzione che, in precedenza, era cattolica – precisamente di Papa Wojtyla – e, in seguito, riconosciuta come valida anche da me. Al contrario, l’intuizione relativa all’incontro tra culture e religioni diverse era, invece, farina del mio sacco’ E Giorgia Meloni lo ha attribuito a Papa Bergoglio per contaminazione formale, ovvero perché in questo Paese, ritualista e cattolico, si deve per forza mantenere la borghesia laica in una condizione di marginalità e sottorappresentanza.

Insomma, sin dai tempi del Partito d’azione, le cose stanno così: quando i laici hanno una buona idea, essa diventa subito patrimonio della morale comune. Sia chiaro: non pretendo alcun copyright o il versamento dei diritti di autore presso la Siae: la presidente Meloni può tranquillamente intestarti tutte le idee che vuole, anche e soprattutto quando queste sono mie. Tuttavia, ella è vivamente pregata di non regalarle al Papa. Prima di tutto, perché è sempre il sovrano assoluto di un altro Stato; in secondo luogo, perché esiste un percorso culturale di secolarizzazione che, pur riconoscendo piena libertà di culto a tutte le religioni, esso è teso a dimostrare la superiorità della filosofia e della scienza rispetto alla teologia.

Nella vicenda in questione, insomma, il problema non è il Papa: siete voi cattolici che, quando vi trovate faccia a faccia con la vostra piattezza logica, tendete a rubare le idee agli altri. Cosa che, ribadisco, si può anche fare. Ma almeno spacciatele per vostro, anziché attribuirle ad altri. Anche per distinguere ciò che è di Dio da quanto appartiene, laicamente, alla Repubblica italiana, che di certo non è una teocrazia assoluta.

 

 

(14 marzo 2023)

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