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Il ritorno del “romano de core” #pensieriniromani

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di Vittorio Lussana

Impazzano, in questi giorni, sui giornali e la rete web, alcuni primi sondaggi relativi all’operato del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dopo un anno esatto dalla sua elezione in Campidoglio. E quel che stupisce è la differenza tra la titolazione degli articoli e i lunghissimi distinguo presentati nelle varie analisi.

In pratica, leggendo titoli e sommari ti aspetti di trovare una serie di domande e risposte, numeri e tabelle, modalità e frequenze statistiche. Invece, il lettore risulta immerso tra lunghe supercazzole, in cui si finisce con l’ammettere che, sì: dopo un anno, la capitale è ancora nei guai; sì, Albino Ruberti, il capo di gabinetto di Gualtieri che ha resistito ad alcuni tentativi di ricatto incazzandosi come un cobra, abbia sbagliato nei modi benché, nella sostanza, abbia semplicemente reagito a un andazzo di mafiette che sembra essere l’unico modo che si conosca, da queste parti, per fare sistema e governare la città; sì, Gualtieri certe volte “sembra un babbacione”, come si dice da queste parti, ma quando affronta un dossier diventa serio e impegnato, denotando un piglio interessante; infine che sì, la capitale d’Italia è ancora sonnecchiante, in tante cose. Eppure, nonostante tutti questi difetti, il dato di fondo appare quello di un anno in cui le cose, a Roma, sono andate leggermente meglio.

I romani, ovviamente, non sono soddisfatti, al momento. E il loro giudizio complessivo rimane fondamentalmente critico. Tuttavia, rispetto ai tempi della Raggi, l’impressione è quella di un’amministrazione più efficiente, che lavora con maggior continuità e che il Pd romano riesca a garantire, tutto sommato, una governabilità decente. Roma resta sporca, tanto per citare una delle questioni più urgenti, ma i cassonetti stracolmi e i cumuli di spazzatura sono soltanto un ricordo. E alcuni interventi sul personale dell’Atac, al fine di richiamare comportamenti meno lassisti e più professionali – soprattutto nei riguardi dei turisti – stanno dando alcuni frutti. Sta tornando a far notizia persino qualche caso di autista-eroe, che pare abbia difeso un ragazzino dall’attacco di un branco di bulli.

Forse che Roma stia tornando a essere se stessa? Forse che il “romano de core” stia tornando di moda? E’ quanto si comincia a sperare, perché oltre all’indolenza e alla tradizionale pigrizia, nel cuore dei romani c’è di più. Molto di più…

Insomma, Gualtieri sindaco “non è malvagio”: a Roma, la vita scorre più tranquilla, pur nel consueto tran tran di un’amministrazione piuttosto ordinaria. Ma per lo meno non si vivono più disavventure particolari. Il sindaco di Roma sfiora la sufficienza, restando inchiodato a un 5 pieno, come voto complessivo. Tuttavia, una precisa inversione di tendenza sembra essere in atto. E il Pd, come suo solito, conferma il proprio status di Partito caratterizzato da una precisa cultura di governo: una caratteristica che a molti italiani non piace, poiché molti preferiscono ‘sguazzare’ nei problemi in quanto amanti dell’anarchia più totale.

Alla fine, un certo tipo di Italia rimane quella più bella e più vera. E la cosa produce, purtroppo, più invidia che consenso: i romani stanno cominciando a comprenderlo. Roma tornerà presto a funzionare come una volta. Ovvero, come una normalissima città dell’Italia centrale. E per quanto riguarda il resto del Paese, sappiano molti italiani che ben presto torneranno fare i conti con le tante persone perbene che ci sono e che esistono. Nonostante i tanti furbetti e malandrini sempre in mezzo ai piedi.

 

 

(19 ottobre 2022)

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