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Pensierini Romani di Vittorio Lussana: “Poveri scemi a piazza del Popolo”

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di Redazione #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #Politica

 

Il prossimo 4 luglio, a Roma, ci sarà la manifestazione del centrodestra in piazza del Popolo. “Per cacciare Conte”, titola il ‘Tempo’ con malcelata tristezza. In realtà, anche con mia sorpresa, tastando il polso della ‘città eterna’ mi sono accorto che l’attuale presidente del Consiglio comincia a piacere sul serio. C’è tutto un pezzo di Paese che sta cercando esattamente questa tipologia di persone: un professionista ‘normale’, che non faccia niente di più e niente di meno di quello che fa. In realtà, soprattutto a sinistra, si è fatto di tutto per distruggere il ceto medio, nei decenni passati. Ma forse, la lezione comincia a essere compresa. E il populismo, di destra o di sinistra che sia, sta finalmente imboccando la sua fase discendente. Troppe bugie, troppe volgarità. E troppa ottusità. E’ vero che sul Mes, anche il M5S sta già predisponendo i suoi ‘martiri’ del futuro. A cominciare da Vito Crimi e Alessandro Di Battista, che passeranno alla Storia per aver caricato sulle spalle delle generazioni più giovani un debito pubblico al 180% del Pil, per l’ingenuo rimpianto dei ‘calderoni’ propagandistici che li avevano portati al successo, tipo i “Taxi del mare” e “il Pd che fa l’elettroschock ai bambini di Bibbiano”. E’ una forma di masochismo giovanile, in realtà. Come quando si perde il primo amore e si vive di ricordi, senza capire che, per essere amati, in questo tipo di società, bisogna sapere che l’amore è una perdita di tempo. E che solo quando sei diventato qualcuno in qualche campo, tornano tutte, anche quelle che non ti avevano voluto. A braccia aperte e non solo quelle. Un movimento ancora fermo alle malattie infantili, insomma.
Ma il loro elettorato non sempre è composto da ideologizzati: più di qualcuno sta cominciando a ragionare, da quelle parti.
Nel centrodestra, invece, nemmeno questo: ogni ragionamento è totalmente assente. Una massa acefala, senza mente, omologata sugli antichi slogan da caserma. Sempre le stesse idee, nell’illusione che stiano tornando di moda. Non hanno mai capito niente: persino Mussolini li detestava. Li faceva litigare tra loro, per continuare a governare per conto suo, con l’appoggio degli Agnelli, dei Pirelli e dei Donegani. E di casa Savoia, ovviamente. Tutta gente che poi lo tradì in un altro torrido pomeriggio di luglio. Ma proprio per tutto questo, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono meno colpevoli di quanto sembri. Perché essi non sono dei traditori, ma solamente dei poveri scemi…

 

(3 luglio 2020)

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