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Roma, #Inscena Daphne di Ovidio il 6 luglio Area Archeologica, Arco di Malborghetto

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di Redazione #Roma twitter@gaiaitaliacomlo #danza

 

 

 

All’Area Archeologica, Area del Malborghetto, il 6 luglio con inizio alle 21,15, si terrà lo spettacolo “Daphne” da Ovidio, per la regia di Aurelio Gatti con Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Luca Piomponi. In scena, il mito di Apollo e Dafne,  la storia di un amore mai realizzato, ma anche di un paradosso: proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros; proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.

Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca  …

Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in un’ altra cosa.

In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro. Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia.”

Merita un’attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato. Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne, non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros… non si sceglie di amare e chi amare.

Apollo può conoscere il futuro, è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore. La ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L’amore, suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell’idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro: il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti.

Il rifiuto è ingiusto. Saffo, nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia.

Nella realtà, però, non c’è alcuna legge che obblighi ad amare. Se Dafne è una vittima, Apollo forse va compatito.

La corsa di Dafne si è fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della forma, ma anche di sviluppo e dinamica… e la  ninfa che correva ora è solo tronco immobile.

Raccontato dalla danza, con due interpreti per Dafne, un Apollo.

La passione, la fuga, la tensione emotiva e il racconto dell’amore.

 

 




 

 

(4 luglio 2018)

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