di Redazione #Roma twitter@gaiaitaliacomlo #Atac
Il favoloso mondo Atac è nuovamente scosso da questioni di secondaria importanza come l’incapacità di far quadrare i conti, dopo lo show in aula Giulio Cesare che pareva finalmente voler discutere di Atac sul serio, di quel miliardo abbondante di debiti che rischia di far affondare la municipalizzata dei trasporti prima e il Campidoglio poi, che ha visto in aula la sola Linda Meleo con la sindaca assente e forse impegnata in grandi cambiamenti come la questione dei Sacri Scranni.
Il direttore generale ha infatti deciso di tagliare qualche testa: quattro, per la precisione. Fatti fuori, scrive Repubblica, il responsabile dell’area Ingegneria e decoro Enrico Bonanno, il titolare del progetto di valorizzazione immobiliare dei beni non strumentali Massimo Trabocchini, insieme a uno dei manager deputati alla gestione del disastrato servizio di superficie, Francesco Colica, e al direttore del presidio sicurezza e ambiente, Francesco Pica. Guadagnavano rispettivamente 81 mila, 105 mila, 79 mila e 95 mila euro l’anno. C’è lavoro per gli avvocati. Che è già qualcosa.
Il M5S però, Sindaca assente, continua ad andare avanti con la faccenduola del concordato (quello da 1,5milioni di euro al consulente) che l’assessora Meleo, quella che non voleva gli autobus nuovi comprati dalla giunta Marino che poi ha celebrato come acquistati da Virginia Raggi, ha definito come “l’unica via che possiamo percorrere, con responsabilità. Il nostro obiettivo è che Atac sia risanata, rimanga pubblica e conosca un nuovo futuro che la renda un’azienda efficiente ” .
Non è detto che i giudici del tribunale siano d’accordo avendo ravvisato alcune irregolarità, e i fornitori non puntino i piedi.
(26 aprile 2018)
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