di Giulia Tempesta twitter@GiuliaTempesta
Forse Virginia Raggi non se l’aspettava un’accoglienza così calorosa sul palco di Palermo da parte dei militanti del Movimento 5 Stelle.
Così come, probabilmente, non si aspettava un’accoglienza così fredda e distaccata da parte dei vertici pentastellati, che Raggi si è subito premurata di incontrare appena atterrata a Punta Raisi.
Un incontro lampo per farsi dettare la linea? Un briefing alla presenza di Grillo e Casaleggio Jr. per trovare la quadra nel completamento della Giunta senza alterare i già precari equilibri tra le varie anime grilline? Oppure per chiedere ancora tempo? Lo scopriremo a breve, presumo.
Più che un intervento politico, quello di Virginia Raggi dal palco della kermesse grillina è sembrato una seduta di training autogeno. Tra un “bello, che bello, e un bellissimo”, e soprattutto “non mollo”, Raggi è riuscita nell’ impresa di non parlare della Capitale, nonostante sia la Sindaca di Roma. Una parola di sdegno per quanto successo poco prima ai giornalisti che la seguivano mentre lei ballava tra la folla? Nemmeno. Quindici minuti di attacchi a Renzi, al Referendum, alle Olimpiadi del ‘magna magna’ e immancabili le parabole su “Buzzi e Mafia Capitale”, che messe un po’ a casaccio in quell’orgia di populismo e demagogia, non fanno mai male.
Per Virginia è tutto “bello, bellissimo”.
Per i romani, molto meno. A cento giorni dalla sua elezione siamo ancora in attesa di tasselli fondamentali per amministrare la città: mancano i vertici delle due principali società partecipate romane, Atac e Ama e manca l’assessore al bilancio (il terzo in tre mesi). Da settimane si susseguono dichiarazioni, ma la nomina non arriva. Salvatore Tutino, assessore in pectore fino a stamattina, in una intervista a Il Messaggero di oggi si dice pronto e dà la sua disponibilità, salvo poi ritirarla nella mattinata con un comunicato stampa. Non solo, non si trova da nessuna parte la revoca di Raffaele De Dominicis, l’assessore per un giorno nominato da Raggi con l’incarico più breve nella storia di Roma. Per non parlare del caos in cui si trovano gli uffici e i dipartimenti capitolini con un numero a dir poco drammatico di delibere e atti amministrativi fin qui redatti.
A questo si somma lo stallo totale dei Municipi in tema di servizi sociali. Era stato promesso un assestamento di bilancio che avrebbe garantito programmazione e servizi soprattutto per le fasce più deboli e per le famiglie in difficoltà. Siamo alla fine di settembre e tutto questo è semplicemente un lontano ricordo lasciato a qualche agenzia stampa o a un post su Facebook.
Come detto, sono passati i primi 100 giorni. Non si chiedeva la luna, non si chiedevano miracoli, né l’arrivo di supereroi. Per governare una città così grande, così importante, così complicata servono studio, competenze, nervi saldi e molta umiltà.
Nessuno si augura di tornare a votare e Raggi continua a ripetere che “non molla”.
Bene, che lo faccia davvero e prenda coscienza degli oneri e delle responsabilità che ha.
Allora sì che sarà “bello, anzi bellissimo” essere la Sindaca di Roma e di tutti i Romani.
(27 settembre 2016)
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