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Meloni d’Italia e il colpo di teatro del “Signori Inquirenti aiutateci…” recitato a Report con applausi al seguito

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di G.G. #Propaganda twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

E così la bionda leader di Meloni d’Italia riuscì a strappare l’applauso agli astanti che osservavano la favolosa leader mentre era intervistata dai nemici di Report. La situazione doveva essere una pubblica uscita della leader sovranista che, curiosamente (non trovandosi ella sul posto di lavoro), recriminava all’inviato di Report di essere pagato con soldi pubblici e quindi di starsene calmino. Anche lei è pagata con soldi pubblici per starsene in parlamento e vanta una delle più alte percentuali d’assenteismo che la camera ricordi. E giù applausi.

L’avere ricordato all’inviato di Report di essere pagato con giorni pubblici è stata l’ennesima caduta di stile della leader biondo-LePen a beneficio dell’uditorio che l’applaudiva come una dea, finché dura, e spiace essere costretti a ricordare che, per prendere un periodo di cui c’è riscontro online, l’On. Leader Meloni, anche lei pagata con soldi pubblici nel periodo dal 23 marzo 2018 all’agosto 2018, su 540 votazione effettuate, Meloni era presente appena a 39, pari al 7,16%. A stipendio, di soldi pubblici come li chiama lei, pieno. Si tratta di dati ufficiali della Camera dei Deputati, visibili a questo link.

Secondo Pagella Politica invece, Meloni è stata assente in 3436 votazioni su 4752, pari al 72,31%.

Certo lei doveva fare il suo show e non poteva certo cedere ad intimidazioni, o presunte tali, di fronte a quelli di Report che avevano addirittura l’ardire di parlare degli arrestati in pochi mesi tra le fila di Fratelli d’Italia: cinque. Secondo le cronache del tempo. Mica le hanno chiesto conto del neofascista pizzaiolo, con tanto di saluto romano e meme neofascista, candidato a Fondi né delle presunte simpatie verso Fratelli d’Italia dei fratelli italiani che hanno massacrato un giovane di 20 anni di origine capoverdiana senza nemmeno sapere il perché. Nemmeno si sono fatti riferimenti al presidente dell’Abruzzo, di Fratelli d’Italia, che tagliava la sanità mentre aumentava gli stipendi alla sua giunta.

Report, mica per difenderli, dato che lo sanno fare da soli, voleva soltanto fare domande – dato che ficcanasare è il mestiere dei suoi Report-er – e chiedere lumi sulle amicizie pericolose di Fratelli d’Italia nel latinense e dei pericolosi legami presunti di troppi esponenti del partito che sarebbero in odore di malavita malavitosa.

La risposta di Meloni non fa una grinza: “Mica è che un leader di partito deve conoscere tutti i suoi candidati…”. Infatti non deve, ma dovrebbe trovare il modo di informarsi su di loro. Pare che oggi i mezzi ci siano.

Quindi il coup de théatre con Meloni che si rivolge agli inquirenti pregandoli, occhioni sgranati alla telecamera, di aiutarli, loro i Fratelli d’Italia, e di informarli su eventuali presenze di soggetti malavitosi all’interno del partito. E giù applausi. Anche Meloni si sta avviando a diventare una religione, proprio come Salvini. E non è detto che le porti bene.

 

(8 dicembre 2020)

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