di Gaiaitalia.com, #Roma
Riceviamo direttamente dal PAC, e pubblichiamo integralmente, il comunicato stampa che segue:
Con l’astensione di 25 Consiglieri della maggioranza, il consiglio capitolino ha risposto alle richieste urgenti dei cittadini del quadrante Roma est di delocalizzare i centri di autodemolizione e rottamazione presenti nel Parco Archeologico di Centocelle. Nonostante i numerosi incendi di questi ultimi giorni – dal 22 giugno ad oggi se ne sono contati non meno di 14 (1 al giorno) per i quartieri limitrofi al Parco e quello di oggi ancora in corso a Pietralata – il Consiglio capitolino ha respinto il 4 luglio la mozione presentata su sollecitazione del Coordinamento Parco Archeologico di Centocelle Libero da parte dell’On. Fassina di SI. Per gli autodemolitori del Parco è stata concessa una nuova proroga nonostante il ripetersi degli incendi e le centinaia di mail inviate, secondo un testo proposto da Parco Archeologico di Centocelle Libero, dal quadrante Roma est all’indirizzo della Sindaca e del Presidente della Commissione Ambiente Diaco, affinché si facessero parte attiva per realizzare il più che necessario spostamento delle attività di autodemolizione.
La mancata fruizione del Parco da parte della cittadinanza vede, tra gli altri ostacoli – canalone discarica abusiva, mancanza di accessi aperti – anche la presenza di queste attività che non soddisfano le normative ambientali e sanitarie e alcune anche completamente illegali.
Il Parco Archeologico di Centocelle Libero è da gennaio che chiede la bonifica del Canalone dai rifiuti di origine anche tossica e dalle sostanze inquinanti, oltre allo stanziamento delle risorse necessarie per riqualificare il Parco.
L’amministrazione Raggi si dimostra ancora una volta incapace di far fronte alle urgenze di quelle stesse periferie romane da cui ha raccolto i voti e assolutamente inadempiente nei confronti degli impegni presi con cittadini.
Il rischio a cui viene esposta la salute pubblica del Quadrante Roma est resta alto come il livello di attenzione e mobilitazione sul problema che affligge quasi 500.000 romani.
(5 luglio 2017)
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