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Roma Si Fa Rete: la cabina di regia M.A.R.A. costruisce il modello antiviolenza del futuro

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di Redazione Roma

Un passo decisivo verso una rete cittadina stabile e integrata per il contrasto alla violenza di genere: oggi, nella Sala delle Bandiere in Campidoglio, si è riunita la Cabina di Regia interistituzionale del progetto M.A.R.A. – Mappare e Aumentare le Risorse Antiviolenza, promossa e coordinata dall’Assessorato alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale.

La Cabina di Regia – composta da Roma Capitale con le Assessore Monica Lucarelli e Barbara Funari insieme ai rappresentanti di Prefettura, Questura, Arma dei Carabinieri, ASL Roma 1, 2 e 3, Ufficio Scolastico Regionale, Polizia Locale, oltre a assistenti sociali, associazioni e cooperative attive nei centri antiviolenza e nelle case rifugio – si configura come uno strumento permanente di indirizzo, coordinamento e proposta.

Il suo obiettivo è fornire risposte tempestive, efficaci e sistemiche alle donne vittime di violenza, consolidando una rete cittadina che non si limiti all’intervento in emergenza, ma sia in grado di garantire tutela, accoglienza e diritti in modo strutturale e continuativo.

Gli attori insieme hanno condiviso la necessità di standard comuni, procedure integrate e strumenti digitali per rendere la rete più accessibile ed efficace.

“Il progetto M.A.R.A. è il cuore della nostra visione. Vuol dire riconoscere che Roma è una città complessa, fatta di territori diversi, e proprio per questo deve dotarsi di strumenti condivisi, chiari e solidi per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donneha dichiarato l’Assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli. – Abbiamo scelto un approccio sistemico: dalla prevenzione alla fuoriuscita, dalla protezione all’autonomia. Non bastano singole risposte, servono relazioni stabili tra tutti gli attori: istituzioni, scuole, forze dell’ordine, terzo settore. La Cabina di Regia serve a questo: a cucire i punti, a colmare le zone grigie, a costruire un modello cittadino che sia un laboratorio di buone prassi e standardizzazione delle procedure replicabile a livello nazionale”.

Tra i temi affrontati: la formazione degli operatori, la creazione di un catalogo delle buone prassi territoriali, la necessità di snellire l’ingresso e la gestione sanitaria al Pronto Soccorso per le donne vittime di violenza, e la proposta di linee guida per le scuole, affinché nelle situazioni di emergenza la sicurezza del minore non sia subordinata alla firma del padre maltrattante.

Un focus è stato dedicato alla rieducazione degli uomini autori di violenza: dalla possibilità offerta dalla Questura ai soggetti ammoniti di accedere a percorsi volontari, fino al ruolo dei centri per uomini maltrattanti. Un lavoro ancora poco codificato, ma fondamentale per un approccio integrato che guardi anche alla prevenzione a monte e alla rieducazione.

La Cabina di Regia ha inoltre affrontato il tema urgente della violenza istituzionale, in particolare i casi di allontanamento dei minori dalle madri vittime di violenza nell’ambito di procedimenti giudiziari già avviati. È emersa la necessità di promuovere orientamenti condivisi anche in ambiti normativi non ancora definiti, rafforzando la coerenza e l’efficacia della rete territoriale.

La sottrazione della responsabilità genitoriale deve rappresentare l’estrema ratio, e non può mai tradursi in un’ulteriore forma di penalizzazione per le donne che hanno già subito violenza.

Un’occasione importantesostiene l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funariper mettere al centro di questo tavolo un indirizzo di impegno, a supporto dei servizi sociali, per tutelare le donne non solo quando sono vittime di violenza o denunciano, ma anche quando si verificano episodi, spesso agli onori della cronaca, in cui si allontana il minore dalla madre quando una donna in realtà è vittima della violenza del marito. La cabina di regia rappresenta un’ occasione importante anche per migliorare la presa in carico dei servizi di prevenzione e tutte le azioni che, in maniera integrata, possiamo mettere in campo con il Dipartimento Pari Opportunità, i municipi e tutta la rete dei centri antiviolenza”.

È emersa l’esigenza di dedicare un workshop specifico al mondo della scuola, luogo centrale di emersione e ascolto, e di rafforzare la diffusione delle buone pratiche già attive nella Capitale, come la tutela delle ragazze vittime di matrimoni forzati e la condivisione di buone prassi con gli assistenti sociali.

I prossimi passi? Integrazione finale del protocollo entro la prossima settimana, firma auspicata entro giugno, e avvio dei tavoli tematici che accompagneranno le azioni sul territorio.

Il percorso di ascolto e co-progettazione continuerà con due workshop pubblici previsti il 25 settembre e il 6 novembre all’Università Roma Tre, dedicati alla presa in carico integrata e alla prevenzione della vittimizzazione secondaria.

 

 

(14 maggio 2025)

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