Matteo Salvini continua a girare in tondo attorno a quella che gli pare l’idea forte del momento. Ora l’idea forte, insieme alla cravatta rossa, si chiama Donald Trump e basterebbe leggersi un po’ attorno per rendersi conto che, fuori dalle tifoserie salviniane, anche questo rischi di essere l’idea forte che dura fino alla prossima.
Salvini, scrive il Corriere, ritiene che dopo “tre anni di guerra e centinaia di migliaia di morti” sia giunta “l’ora della pace”, la pace secondo Trump, e già che c’è ne approfitta per rilanciare la sua guerra personale contro l’UE (potrebbe ritirare i suoi europarlamentari, già che c’è): “E se a Bruxelles qualcuno ancora usa toni bellici l’Italia ha il diritto e il dovere di lavorare, insieme agli Stati Uniti e a tutti quelli che con tenacia e coraggio cercano di evitare una Terza guerra mondiale, per restituire ai nostri figli un futuro di pace e prosperità”. E di terre rare all’amministrazione Trump. Perché l’oggetto del contendere mica è la pace, quella la decide Putin quando gli sarà conveniente e alle sue condizioni, è ciò che Trump vuole da Zelensky: le preziose risorse dell’Ucraina.
Salvini ha poi ribadito il suo “No, grazie” ai soldati italiani in Ucraina”. Ma finora ne ha parlato, in quei termini solo lui. Insomma in nome della pax trumpiana Salvini cerca anche di accreditarsi come quello dai toni gentile e dalla voce suadente. Non sa più da che parte girarsi e persino i cauti alleati di governo di Forza Italia gli danno addosso.
(1 marzo 2025)
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