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Più Libri Più Liberi: una sintesi incompleta dell’ottimo appuntamento romano

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di Andrea Mauri

Sempre intensa, come ogni anno, l’esperienza della fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi, svoltasi nel Centro Congressi La Nuvola di Roma dal 4 all’8 dicembre 2024.

Giornate piene di presentazioni e l’imbarazzo della scelta tra autori preferiti e appuntamenti che si accavallavano; piene di incontri con amici e colleghi e di una buona dose di chiacchiere e riflessioni sul mondo dell’editoria.

Quindi è impossibile raccontare tutta la fiera, però soffermarsi su ciò che mi ha colpito nello spazio ristretto di un fine settimana, quello sì. Una selezione, dunque, del tutto soggettiva e sintetica con parole in libertà.

Finalmente si è parlato di sessualità in modo semplice e rilassato. È l’approccio del sex positive, al centro del libro di Filippo Maria Nimbi dal titolo appunto “Sex Positive. La rivoluzione gentile che sta cambiando la sessualità”, Laterza. L’autore, psicologo clinico, psico-sessuologo, docente e ricercatore all’Università la Sapienza di Roma, ha discusso sul tema del libro insieme a Maura Gancitano, scrittrice, filosofa e fondatrice del progetto Tlon. Attraverso interviste, box esplicativi, schemi grafici e testo accattivante, il tema della sessualità viene affrontato a trecentosessanta gradi, concentrandosi soprattutto sulle emozioni e sulla connessione mente-corpo, che è spesso la parte esclusa da questo argomento. È un libro rivolto soprattutto ai giovani, che demolisce i luoghi comuni che in passato hanno patologizzato il tema della sessualità – soprattutto a discapito delle donne – e che vuole superare i modelli ancora eterosessuali e monogami che orbitano intorno all’argomento. Avere esperienze sessuali è molto di più del semplice accoppiamento e lo spiega bene il libro con un linguaggio inclusivo adatto a tutte e tutti. Abbatte i falsi miti della sessualità, accompagna genitori e figli verso un approccio educativo più efficace, invece del solito atteggiamento dello struzzo. Cosa dobbiamo sapere innanzitutto? Che si fa sesso per piacere, che è indispensabile dare spazio alle emozioni, che dobbiamo riconoscerci il piacere nelle pratiche sessuali e abbandonare l’idea che il sesso è finalizzato sempre a qualcos’altro. Grazie a questo libro, si scopre anche che la monogamia non è naturale, che il 70% delle relazioni, comprese il tradimento, non sono monogame. Alla base della decostruzione di questo pregiudizio deve esserci il dialogo, sedersi al tavolo insieme e discuterne e bisogna farlo in coppia, perché a quel punto sapremo che ci sarà qualcuno che sa ascoltare e sarà pronto a raccogliere ogni nostro racconto sulle passioni e sulle emozioni, anche quelle più recondite.

Un romanzo molto particolare, quello di Tommaso Pincio “Panorama. Un prologo”, ripubblicato quest’anno da Sellerio, ma uscito nel 2015 per NN Editore. Ne ha parlato l’autore con il giornalista Antonio Gnoli. È un libro che non sente la patina del tempo, è una storia post novecentesca, ma per la grazia con cui è scritta potrebbe essere stata composta anche nell’Ottocento, una trama labirintica che ambisce a diventare un piccolo classico. Protagonista è Ottavio Tondi, impegnato a non fare niente. Ama la lettura, unica ragione di vita. Ha un rapporto conflittuale con il padre, rinuncia al talento nell’impegno di galleggiare in un’esistenza che non lo affascina. Sino a quando non conosce un importante direttore editoriale che gli affida la lettura dei manoscritti che arrivano in casa editrice, l’ebbrezza della notorietà, di poter disporre del successo e del fallimento di aspiranti scrittori, le fiere, gli incontri, le presentazioni. E poi c’è la misteriosa ragazza Igeia, conosciuta sui social network, mai di persona, che un giorno smette di connettersi con Ottavio. «Per circa quattro anni ho avuto un rapporto epistolare con una ragazza fuori del comune. Lettrice vorace ma senza particolari ambizioni letterarie, era piena di stranezze e sofferenze ma anche molto affascinante. Panorama ha cominciato a nascere nel momento in cui lei, senza preavviso, ha disattivato il suo profilo. Da un giorno all’altro scomparve dalla mia vita e io ho provato un vuoto, un’angoscia inaspettati. Dopo qualche settimana, pensai che un modo di elaborare questo insolito lutto fosse quello di scrivere un racconto su di lei ma nel quale io non comparissi». Così Tommaso Pincio ha raccontato la genesi di Panorama. Sul tema dell’incontro virtuale, ha confrontato poi la gabbia mediatica con il panopticon, il progetto di carcere ideale risalente al 1791: cosa significa osservare ed essere osservati? La dimensione dell’oblio, secondo Tommaso Pincio, è una condizione desiderabile e feconda. La letteratura scaturisce da quegli scrittori che galleggiano in uno stato di oblio. Ed ecco perché anche il protagonista di Panorama si trova in tale condizione.

Interessante incontro organizzato dal sistema Biblioteche di Roma e dalla rivista Lucy sulla cultura con Nicola Lagioia e Fabio Stassi. L’occasione per conoscere meglio il lavoro di Stassi, bibliotecario, una vita da pendolare, la scrittura durante i lunghi viaggi in treno. Al centro della sua formazione letteraria c’è la letteratura mediterranea di Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia. La scrittura di Fabio Stassi ricorda la tradizione dei cunti siciliani, racconti che inchiodavano l’attenzione. Ispirazione assorbita anche dalla tradizione dei pupi siciliani. I pupari non sono solo coloro che muovono le marionette, ma anche chi le costruisce, chi realizza le scene, gli sfondi, chi lavora il ferro, il legno. Per Fabio Stassi la letteratura sta dalla parte della malattia, non della cura. L’amore per la letteratura è una patologia incurabile. Il poeta Valerio Magrelli dice addirittura che la letteratura riguarda la morte. Comunque, la letteratura conforta. E il conforto è una parola più bella di consolazione, che offre false speranze.

“Bruttezza” è un originale libro di testo e fotografie, scritto da Moshtari Hilal, tedesca di origini afgane, e pubblicato da Fandango Libri. Ne ha parlato l’autrice con la scrittrice Igiaba Scego, la quale sottolinea come la grafica particolare del testo dà la sensazione di passeggiare in un museo durante la lettura. Il volume utilizza l’autoritratto per discutere sul tema della bruttezza, analizzando le immagini che hanno messo a disagio l’autrice e che l’hanno condotta a interrogarsi sul perché di tale malessere. Perché la bruttezza ci fa paura? La domanda centrale del volume. In tedesco, la parola bruttezza contiene la radice della parola odio, e ciò la dice lunga. Si riflette anche sulla chirurgia plastica come distruzione del sé e cancellazione dei tratti disturbanti. Non vogliamo entrare in contatto con il brutto, preferiamo rimuoverlo. Tutti noi ci troviamo in una posizione intermedia, né di bellezza né di bruttezza. Ci adattiamo per tendere verso quello che la norma sociale esige. Il ricorso alla chirurgia estetica a un certo punto si è reso necessario per sfuggire agli stereotipi razziali, basati appunti sull’aspetto fisico. Allora, vogliamo davvero appartenere a questa società, modificandoci? Se lo facessimo, quali responsabilità avremmo nei confronti di chi non può accedere a tali pratiche di chirurgia estetica? In linea generale, non è sbagliato prendersi cura di sé stessi, è un atto culturale e sociale tramandato di generazione in generazione. Però in alcuni ambiti questa attenzione eccessiva svuota i corpi delle loro identità e a lungo andare crea disuguaglianza. Si è affrontato pure il tema dei freak show e delle varie teorie sul fenomeno: persone usate come merce da esporre, quindi sfruttate e umiliate. Inevitabile poi il tema dell’amore, dove bellezza e bruttezza sono intimamente connesse. La bellezza è attrazione, desiderio. Può portare però a reazioni contrastanti. Lo stesso accade anche per la bruttezza, motivo per cui è indispensabile affrontare la questione.

L’ultimo romanzo di Andrés Felipe Solano, colombiano che vive a Seul, è Gloria, edito da Sur. La presentazione è stata organizzata dalla casa editrice con lo scrittore Dario Ferrari. Solano ha raccontato la genesi del libro, concentrato su un episodio preciso della storia della madre dell’autore, quando giovane ragazza colombiana nella New York degli anni ’70, attende il fidanzato dell’epoca, El Tigre, per andare al concerto del famoso cantante sudamericano Sandro, concerto ospitato al Madison Square Garden. Sandro d’America era un cantante potente, un artista che nelle sue canzoni ha messo in evidenza la solitudine come modello di libertà e ha fatto riflettere le sue giovani fan sulla sessualità delle donne, sul fatto che la vita può essere anche da single, ha offerto una visione rivoluzionaria rispetto all’unico riferimento del matrimonio. Quel concerto è stato per Solano l’occasione di raccontare la madre. Non ne voleva fare un memoir o qualcosa del genere, ma piuttosto scrivere di un episodio concreto, quello del giorno in cui la madre è diventata adulta: la curiosità di raccontare una delle tante vite che si presentavano nel futuro della ragazza, l’esercizio di spostarsi verso il futuro attraverso la narrazione. Per Solano la scrittura è spostamento; d’altronde lui stesso si è trovato a vivere a Seul dopo aver sposato una ragazza coreana. C’è la dimensione del viaggio molto presente nei suoi libri, ma anche quella della fotografia. La spinta a scrivere “Gloria” è venuta anche da una sollecitazione in cui si è imbattuto nella rete, incontrando una fotografa giapponese che ritraeva la biancheria intima della madre. Tali immagini hanno avuto un effetto dirompente su di lui e da lì è partita la riflessione sul fatto che in fondo anche il romanzo rappresenta un momento di intimità con degli sconosciuti.

Riporto a casa la curiosità di leggere i libri dei tanti autori incrociati per i corridoi e le scale mobili della Nuvola di Fuksas. Aspettando l’edizione 2025 di Più libri più liberi che, come annunciato dalla direttrice confermata Chiara Valerio, avrà come tema “Ragioni e Sentimenti”. Appuntamento, dunque, dal 4 all’8 dicembre 2025.

 

 

(13 dicembre 2024)

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