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Roma Reading Party. Cronache dalla Cultura

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di Andrea Mauri

Come promesso, siamo andati anche noi al Reading Party organizzato dal Sistema Biblioteche di Roma presso la Biblioteca Casa delle Letterature nel cuore del centro storico della città.

Ed è stata tutta una sorpresa. Conoscevo già il cortile dei melangoli all’interno della biblioteca, ma non l’avevo mai frequentato in un quasi tramonto di fine settembre. Lo spazio era già occupato da sedie, tavoli e ombrelloni e molte sono state le persone arrivate ben prima delle 18, orario ufficiale di inizio del party.

Prima di sedermi anch’io in uno degli angoli del cortile, ho aspettato che qualcosa accadesse. Ma che cosa? In realtà non avevo chiaro che cosa potesse capitare, però mi colpiva il fatto che non ci trovavamo in una biblioteca qualsiasi, dove ci sono tanti lettori e studenti che passano le giornate a sfogliare volumi. Ciò che stava per cominciare era un party vero e proprio e qui secondo me stava la differenza con le altre giornate trascorse su un tavolo della biblioteca: nell’aria c’era l’aspettativa delle feste, l’eccitazione sommessa, anzi silenziosa, di stare sul punto di dare vita per la prima volta all’esperienza collettiva della lettura e la consapevolezza di poter comunicare con il pensiero il piacere di ritrovarsi all’imbrunire, sotto gli alberi e tra le sfumature del tramonto del cortile.

Ma a fare da collante, oltre ai libri divorati in due ore di reading party, era il silenzio diffuso nel cortile che si mescolava con l’unico suono percepibile, quello della fontana al centro dello spazio, una fontana ricoperta di piante verdi. Eravamo tutti concentrati sulle parole che stavamo leggendo; eppure, allo stesso tempo prestavamo attenzione anche al suono dell’acqua che accompagnava le storie, quasi volesse sottolinearne le righe su carta o su schermo, come se quel borbottio acquisisse molteplici forme a seconda delle trame che scorrevano sotto i nostri occhi.

E il pensiero ha viaggiato a quella meraviglia dell’Alhambra di Granada, la residenza dei califfi ai tempi della dominazione araba dell’Andalusia: lo stesso silenzio acquoso dei numerosi cortili del palazzo, che circolava pure tra i corpi concentrati sulla lettura. Nelle numerose visite al palazzo arabo granadino avevo sempre riflettuto sul fatto che gli zampilli delle fontane e dei bacini volessero raccontarci qualcosa e finalmente ne ho avuto la certezza il pomeriggio del reading: anche la fontana ci stava raccontando quello che leggevamo, come se stessimo ascoltando un audiolibro liquido, tracce audio dettate dalla natura.

È stata questa per me l’essenza dell’appuntamento di venerdì 27 settembre. Anch’io, come gli altri partecipanti, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per scrutare le persone, per curiosare tra i nostri corpi che si adattavano a un’esperienza nuova. Ho visto chi incrociava le gambe per leggere più facilmente, chi si accarezzava i capelli, chi guardava il cielo che si mescolava alle prime luci artificiali del cortile, chi impugnava un libro con una mano, chi lo impugnava dal basso, chi dall’alto, chi lo appoggiava sulle ginocchia.

Due ore per godersi in santa pace un libro. Per l’occasione avevo portato l’ultimo thriller di Victor del Arbol El tiempo de las fieras (Il tempo delle belve), acquistato l’estate appena scorsa proprio a Granada. Coincidenze?

foto: Andrea Mauri | ©gaiaitalia.com 2024
foto: Andrea Mauri | ©gaiaitalia.com 2024

Andrea Mauri

 

 

(30 settembre 2024)

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