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Delitti estivi in Lombardia: il “profondo disagio” dei colpevoli

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di Vittorio Lussana

Ci lascia alquanto attoniti questa storia di una società “colpevole di disattenzione”, nei confronti di quei giovani che tendono a impazzire e ad ammazzare tutti. O, in alternativa, a pugnalare la prima persona che si trovano davanti.

E’ quanto sentiamo affermare da criminologi forensi ed esperti vari, intervistati in merito ai delitti di Terno d’Isola, nella bergamasca e Paderno Dugnano, nel milanese. La domanda sorge spontanea: ma cosa diamine dovrebbe fare la società, di fronte a questi mostri terrificanti? Personaggetti che non risultano mai scossi da nulla, totalmente insensibili nei confronti del prossimo.

Ve lo diciamo noi come si combatte la sterilità morale: Moussa Sangare, l’omicida di Sharon Verzeni, doveva già essere, da svariati anni, in un cantiere a fare il muratore. Invece, stava a casa tutto il giorno a picchiare la madre e la sorella. Egli aveva anche delle velleità artistiche: era apparso in un videoclip musicale insieme al rapper Izi (ma che cazzo di nomi d’arte sono? Boh… ndr), come seconda voce del brano intitolato: “Scusa”. E infatti, Sangare ha chiesto scusa a Sharon Verzeni, prima di infliggerle 4 coltellate mortali.

Ci dispiace, ma questo qui va triturato. Noi ci facciamo in 4 ogni giorno; discutiamo dalla mattina alla sera con i razzisti d’ogni risma; proviamo a proporre lo ius soli o lo ius scholae a gente come Matteo Salvini, che non va oltre l’orgasmo olfattivo in un capannone di salumi. Ed ecco che, proprio sul più bello, arriva lui, Moussa Sangare, il quale ci rovina la festa ammazzando la gente senza motivazione alcuna, né sostanziale, né apparente. Come il pazzo sanguinario di ‘Non aprite quella porta’ di Tobe Hopper.

Adesso a questo qui, il 31enne naturalizzato, che è riuscito a rompere i coglioni persino a noi lasciandoci imbarazzati di fronte a gente come Mario Sechi – quello che aveva dato la colpa dei massacri di Oslo e Utoya agli islamici, anziché ad Anders Breivik – per favore gli date una bella sistemata. Ma proprio con i fiocchi, per cortesia: altro che fare la seconda voce tipo Sting con i Dire Straits in ‘Money for nothing’. Nemmeno il ruolo di special guest gli basta a questi.

Il razzismo non c’entra nulla, ovviamente. La cosa è comprovata dal secondo efferato crimine: quello di Paderno Dugnano, nel milanese, dove un 17enne italiano, bianco e di pura razza caucasica, ha perso la testa e ha massacrato a pugnalate l’intera famiglia. Tutti lì a chiedersi, adesso, come sia possibile che uno studente-modello, senza uno straccio di problema, di nessun genere e tipo, sia impazzito così fragorosamente: “Dove abbiamo sbagliato”?

Una cosa in comune ce l’hanno, i due (presunti) assassini (dobbiamo dire presunti, anche se rei confessi): ambedue hanno provato “una sensazione di malessere, un disagio profondo”. E nessuno che spieghi loro che le sensazioni sono sempre e totalmente di pancia, mentre i sentimenti, quelli veri, sono più elaborati e complessi. Nessuno che lo spieghi, ovviamente. C’è anche il buon Galimberti in quel di Monza, a meno di 30 chilometri di distanza, ma nessuno lo ascolta.

Non volete ascoltare Umberto Galimberti? Non volete sapere come si sostituisce Karl Marx con Ludwig Feuerbach, perché sono concetti troppo complessi? Avete ragione: voi siete quelli che su Amazon recensiscono ‘Moby Dick’ di Melville come “troppo lungo”. Perdonateci l’errore: non siamo ancora abituati a una simile piattezza cattolica? In ogni caso, sappiate che ho una marea parenti, sia al di qua, sia al di la dell’Adda, che ve lo possono spiegare anche in forma molto basica, quale sia il meccanismo sociale che non riuscite a comprendere: è il cittadino a dover cambiare la società e non viceversa. E’ il ragazzo che deve darsi una mossa e decidere cosa vuol fare della sua vita. La società cambia se siamo noi a trasformarla. E gli altri non sono colpevoli di nulla.

Questo dare la colpa unicamente al contesto è un qualcosa di totalmente illiberale: già ai nostri tempi, noi non avevamo le possibilità che hanno questi signorini qui. Figuriamoci i nostri genitori, cioè la generazione che ci ha preceduto, per la quale il massimo della trasgressione era rappresentato dalle gambe perfette delle gemelle Kessler. Lo dice anche Barbascura X, in uno dei suoi video: “All’inizio del nuovo secolo arrivò internet, ma per scaricare la foto di una modella in topless, dovevi attendere delle ore. E quando eri arrivato a mezzo capezzolo, te lo facevi bastare, perché la connessione era quella telefonica, via cavo”.

Questi, invece, hanno tutto. Possono parlare con chi vogliono: interagire con Diletta Leotta col pretesto del pallone; oppure farsi un té freddo in spiaggia con la Canalis. No, non gli basta. Vogliono anche il pannolone per non essere costretti ad andare in bagno: troppo faticoso. Ora vedremo come va a finire, con questa loro “sensazione di disagio”. Ci penseranno i detenuti di Opera o di San Vittore a farglielo passare, dato che prenderlo in quel posto può anche avere effetti terapeutici: spiegatelo meglio anche alla tanto cara signora De Mari. Fatele un bel disegnino, se necessario.

Dovranno persino ringraziare, questi due signorini, per non averli mandati a Rebibbia o a Regina Coeli, dove veramente gli farebbero il culo a strisce al primo sgarro.

 

 

(2 settembre 2024)

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