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Perché è così difficile vivere (e vincere) a Roma

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di Vittorio Lussana

Il doppio confronto tra il Milan e la Roma nei quarti di finale di Europa League offre lo spunto per riflettere sulle differenze esistenti tra le due più grandi metropoli del nostro Paese. E per comprendere come mai Milano sia assai più fortunata di Roma.

Innanzitutto, è sbagliato leggere ogni confronto tra le due città come una sorta di rivalità nazionale. Si tratta, infatti, di due mondi diversi, ben distinti tra loro, che però hanno la stessa origine. Milano, infatti, non solo venne fondata dai romani, ma dopo l’avvento di Costantino divenne addirittura la nuova capitale dell’Impero, poiché geograficamente più vicina alle popolazioni del nord Europa. Inoltre, la vera fortuna di Milano è sempre dipesa, storicamente, dalla sua posizione, esattamente al centro della pianura padana. I romani decisero di fondarla proprio per questo. E la cosa è deducibile persino dall’antico nome di Milano: Medio-Lanum, ovvero: “In mezzo alla pianura”.

La collocazione geografica milanese, perfettamente coerente con le sue caratteristiche geomorfologiche, rende il capoluogo meneghino estremamente più comodo e vivibile: tutto è più semplice, rispetto a Roma. Anche fare due passi a piedi. In più, Roma proviene da una serie di errori commessi non in epoche antiche, bensì abbastanza recenti: sia l’Italia liberale, sia quella fascista, sia quella dei lunghi decenni democristiani hanno esteso inutilmente il suo territorio comunale, al fine di competere con le altre grandi capitali europee, circondandola da un goffo alone di Maestà nel rimpianto nostalgico della sua grandezza passata.

In estrema sintesi, Roma è grande quanto Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Napoli, Palermo e Catania messe assieme. E queste dimensioni gigantesche sono uno dei motivi per cui la capitale d’Italia è assai più difficile da amministrare. Inoltre, Roma ha dei grossi problemi nella raccolta differenziata dei rifiuti, ancora inchiodata al 45% rispetto al 56% di Milano. In più, il capoluogo lombardo perde solamente il 13% dell’acqua trasportata dalla sua rete idrica, mentre Roma ne spreca quasi il 33%. Poi, c’è la questione delle piste ciclabili, che a Milano sono molte di più, in quanto favorita dalla più totale mancanza di salite o discese, mentre i colli fatali di Roma ne impediscono fortemente sia lo sviluppo, sia l’offerta di altri servizi di sharing (auto, scooter, bici e monopattini, ndr). Infine, il trasporto pubblico di Milano è molto più articolato e puntuale. A cominciare dalle sue reti metropolitane, che raggiungono profondamente l’hinterland, consentendo ai pendolari di recarsi ogni giorno al lavoro tramite un movimento diurno verso l’esterno. L’esatto contrario di Roma, che non avendo mai conosciuto veramente un processo di decentramento, vede ancora oggi quasi tutti i suoi servizi, uffici e luoghi di lavoro pesare sulla città vecchia.

Milano si avvicina, assai più di Roma, al concetto di smart city. Ha solo un problema: è maggiormente inquinata. La città dei 7 colli, infatti, è molto più verde e possiede un patrimonio di parchi decisamente invidiabile. Ma l’elevato tasso d’inquinamento di Milano dipende, in buona parte, dal fatto che essa sorge ai piedi delle Alpi, le quali fanno da barriera e impediscono che si formino dei venti forti, in grado di disperdere l’inquinamento e favorire un ricambio delle correnti aeree. Ciò impedisce la dispersione delle polveri sottili, peggiorando la qualità dell’aria.

Milano non è solamente in pianura, ma vive proprio al centro di una conca che favorisce una sorta di staticità climatica, anche nelle stagioni fredde. Il clima romano, infatti, è assai migliore di quello milanese, poiché i venti freddi non stazionano. Anche se la capitale d’Italia è imprevedibile: può sorprenderti con forti temporali portati dai suoi venti mediterranei e da una maggior vicinanza al mare (pur essendo, da sempre, una città di fiume).

Per tutti questi motivi e a prescindere dai fattori climatici e ambientali, Milano è una città più fortunata rispetto a Roma. La città eterna, infatti, porta su di sé il peso della Storia. Ciò le consente di vivere di turismo e redditi importati. Ma la rende, fondamentalmente, prigioniera di se stessa, come quelle dive del cinema incapaci di liberarsi dai ruoli di successo interpretati in gioventù.

La risorsa che Roma avrebbe in larga disposizione per emanciparsi sarebbe, dunque, il patrimonio architettonico, artistico e culturale accumulato nel passato. Ma da quest’orecchio ancora nessuno ci sente, poiché la nostra capitale riflette anche una questione più generale, che riguarda l’Italia intera: quella di essere composta da un popolo analfabeta, guidato dalla borghesia più ignorante d’Europa.

 

 

(9 aprile 2024)

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