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E gli infami, negando, sorridono

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A parte il solito caos di metropolitane che si guastano, taxi che non si trovano e autobus strapieni con la gente appesa ‘a grappoli’, come narrava Luciano Bianciardi (da allora, ben poco è cambiato, a Roma come a Milano), il fatto più grave di questi giorni è l’enorme incendio esploso presso la discarica di Ciampino. Per chi non è di queste parti, si tratta della periferia a sud-est della capitale, lungo la via Appia. Ciampino, infatti, non è solo la sede del secondo aeroporto romano, ma anche una località vera e propria, con annessa di discarica, immancabile ormai nelle periferie.

Ciampino è il primo comune uscendo dalla capitale, per intenderci. E’ di origini popolari – per lunghi anni, Pier Paolo Pasolini ha insegnato presso le scuole locali – ma dignitoso e organizzato: una località come tante, persino con qualche accenno di industrializzazione. Ebbene, in questi giorni, tale sobrio comune di operai e viticoltori è avvolto da una nube di diossina, per via dell’incendio esploso presso la locale discarica di rifiuti. I rischi di intossicazione sono elevatissimi, con livelli di diossina nell’aria 100 volte superiori ai margini consentiti. E i romani osservano la cosa senza sapere cosa fare, perché anche se l’incendio è già domato da giorni, i fumi residuali continuano a esalare veleno, costantemente e senza sosta. Insomma, un autentico disastro, che rischia di condannare un’intera zona a un destino di tumori polmonari e malattie respiratorie, con relativo aggravio di spese sanitarie per curare la gente.

Quando si parla di inquinamento e di costi legati a tale fenomeno, ci si riferisce anche a fatti di questo genere, che hanno conseguenze gravissime anche nel lungo periodo. Nonostante ciò, un evento storico come quello accaduto a Seveso, in provincia di Milano, nel 1976, non ha insegnato nulla. Si trattò di un disastro che pose in evidenza, per la prima volta in Italia, le problematiche di sostenibilità ambientale ed ecosistemica del nostro modello di sviluppo. E che venne affrontato e approfondito con grande coraggio da Laura Conti: la madre dell’ambientalismo italiano. E invece, niente: nessuno ne sa nulla e nessuno ricorda nulla. Tutti vivono nella più totale superficialità qualunquista e piccolo borghese, sperando, cattolicamente, che la Provvidenza ci protegga. Nessuno previene niente, in Italia. E nessuno prevede nulla: cosa ce l’abbiamo per fare, il ministero dell’Ambiente?

La più totale indifferenza è ciò che sta condannando gli abitanti di Ciampino a un destino di lunghe malattie e dolorosi decessi. E io già sto segnando, sopra un apposito ‘taccuino del cittadino scandalizzato’, tutti i nomi e cognomi di coloro che parlano di ‘Green deal’ voluto dall’alto, imposto dai “poteri forti” e dalla Ue, senza sapere quante cause penali, quante battaglie legali, quanti risarcimenti, quanta sofferenza e quanti morti ci sono voluti per condizionare la direzione di marcia del modello capitalistico occidentale. A suon di multe e sentenze di giudici, magistrati e corti penali internazionali.

Eppure, si continua a negare la tematica, sorridendo, in televisione, come Franti. Ovvero, come autentici infami.

 

 

(1 agosto 2023)

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