di Daniele Santi
Carlo Calenda aveva già annunciato che in caso di elezione in Consiglio comunale a Roma avrebbe lasciato la carica perché incompatibile con il “mio ruolo di eurodeputato” quindi, come da sua dichiarazione, “una levata di scudi mi aveva convinto a restare”. Ma non ce la fa a tenere in piedi con serietà i due incarichi. Dunque ha deciso di lasciare il consiglio comunale di Roma. Lo ha annunciato in un tweet.
Come previsto e dichiarato agli elettori prima del voto, la presenza in Consiglio Comunale è incompatibile con il lavoro di europarlamentare e leader di partito. Rimanere per ragioni simboliche è assurdo. Lascerò spazio a @F_Carpano che ha coordinato il programma della ns lista.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 21, 2021
Per niente teneri i tweet di risposta alla scelta di Carlo Calenda, anche per noi poco comprensibile politicamente, se non dal punto di vista della necessità di affermazione della sua lista, affermazione pienamente centrata considerando che Azione è attualmente la prima forza politica della Capitale, che lo accusano di scegliere la poltrona che gli rende di più economicamente. Accuse poco giustificabili considerando che il lavoro precedente alla politica, che Calenda svolgeva ad altissimi livelli, gli garantiva probabilmente emolumenti maggiori, ma il vizietto di fare i conti in tasca agli altri – incazzandoci quando i conti vengono fatti nelle nostre tasche – fa parte dei brutti difetti di troppi italiani così impegnati ad impicciarsi di ciò che fanno gli altri da dimenticarsi di guardare a casa loro.
Carlo Calenda molla l’Assemblea Capitolina e tutti gli elettori romani che avevano messo la croce sul suo simbolo. Sceglie l’Europarlamento, dove potrà assentarsi e continuare a prendersi il suo grosso stipendio. Chevergogna! #Calenda e la sua #CoerenzaATantiZeri pic.twitter.com/3VfF1PIftz
— Paolo Ferrara (@Paolo__Ferrara) December 21, 2021
Se poi volessimo invece discutere seriamente su quanto possa essere inopportuno che leader di partito già eletti in altre assemblee si candidino anche in successive elezioni come capolista per poi dover lasciare il seggio per incompatibilità, allora la discussione politica diventerebbe più sensata. Ma è discussione che deve venire affrontata ad altri livelli, nelle segreterie dei partiti o poltronifici che dir si voglia, noi non facciamo che scrivere di politica, cultura e opinioni.
(22 dicembre 2021)
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