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Una Virginia Raggi furiosa in conferenza stampa nel post-disastro

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di Daniele Santi, #Amministrative2021

E’ stata una conferenza stampa direttamente dal pianeta-Raggi quella dell’ex Sindaca, furiosa per la sconfitta subita (ultima tra i quattro candidati, al 19,1% dopo essersi bruciata il 50% delle preferenze conquistate nel 2016 in cinque anni): l’ex Sindaca, furiosa, che tratteneva a stento la rabbia, ha elencato una lunghissima serie di riforme che avrebbero “trasformato” Roma.

Le riforme le ha viste solo lei, più il 18,% di elettori che l’hanno votata. Si chiama zoccolo duro non a caso. Addirittura ha confessato, in conferenza stampa, che la funivia è finanziata, ma ha dimenticato di dire se non ha fatto in tempo ad inaugurare la zecca per i sesterzi, (ci penserà il Tribuno?), e se la fabbrica di pannolini lavabili non è stata aperta per mancanza di permessi comunali, e in Comune la Sindaca era lei.

Una lunga serie di cose fatte delle quali i romani non si sono accorti e nemmeno chi a Roma ci va spesso per lavorare: trasporti che sono un disastro, una sporcizia inimmaginabile, le corse della metropolitana che fanno ciò che vogliono, gli autobus fantasma (che ci sono sempre stati, ma mai così tanti), le autocombustioni, i ponti a fuoco. Lei si vanta di avere fortemente voluto l’Expo 2030, perché bisogna pur passare ai posteri (eviteremmo di citare Shakespeare a proposito di fama e infamia, ci perdonerete) magari con cose dette in un modo un po’ artefatto e poi la promessa di vigilare.

Insomma è tornata Virginia Raggi la barricadera che era bravissima all’opposizione, come tutti coloro che poi quando tocca a loro fanno figuracce.

Poi un lungo delirio sugli elettori che non sono pacchetti di voti con Raggi che dice: “Non darò indicazioni di voto”. E dice la verità perché le indicazioni di voto le darà Conte, e ha già cominciato a farlo. Quindi una dichiarazione che suona come un triste presagio e che augura, in soldoni, ai suoi successori di fare tesoro delle sue esperienze.

Sembra una maledizione più che un augurio.

 

(5 ottobre 2021)

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