di Vittorio Lussana, #pensieriniromani
“A Roma, sono l’unico argine allo strapotere delle due corazzate di destra e sinistra”, ha affermato l’ormai ex sindaca della città dei 7 colli, Virginia Raggi. E invece no: il terzo classificato alle elezioni comunali capitoline è stato Carlo Calenda, che alla fine ha sopravanzato il Movimento 5 stelle. Da solo.
E’ accaduto spesso, a Roma, in questi ultimi 5 anni: non appena la Raggi apriva bocca, accadeva esattamente al contrario. Per non parlare delle valutazioni che era solito darsi da sola: 7 dopo il primo anno; 9 verso la fine del suo mandato. Nove!!! Un giudizio accompagnato alla ferma convinzione di arrivare al ballottaggio, come se la capitale d’Italia si ritrovasse, oggi, senza più alcun problema o quasi. Invece, è sepolta dalla spazzatura, non funziona niente ed è sporca come non mai.
Se Virginia Raggi avesse risolto per lo meno il problema della mobilità di superficie, i romani non avrebbero ingannato i lunghi tempi di attesa trascorsi alle pensiline dell’Atac parlando male di lei.
Mai vista una persona così allergica all’autocritica. Nemmeno a destra.
(5 ottobre 2021)
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