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L’endorsement di Giorgetti a Carlo Calenda che fucila Salvini

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di Daniele Santi, #politica

E’ naturalmente tutto una rassicurazione il ministro Giorgetti, anche numero due della Lega, sull’incrollabilità del partito che lentamente si sgretola, o meglio fa spezzatino di Salvini in maniera lenta ma inesorabile, ma poi quando deve parlare di amministrative a Roma ecco che Giorgetti si dimentica del candidato Michetti – frutto del patto Salvini-Meloni – e dice che “Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma”. Insomma dice ai suoi “Votate Calenda”.

Dopo la trista faccenda Luca Morisi alla Lega tocca far presto, anzi prestissimo. E Giorgetti non ha perso tempo. In un’intervista a La Stampa si è infatti apertamente schierato con Calenda dando una chiara indicazione di voto ai suoi, senza darla esplicitamente, e sorvolando con arguta leggerezza sul fatto che sabato 25 settembre, il leader Matteo Salvini fosse sul palco di Tor Bella Monaca per lanciare Michetti di fronte a una piazza mezza vuota, e non mezza piena.

Il “dipende da quanto Calenda riesce a intercettare il voto in uscita dalla destra”, di Giorgetti è in realtà un’indicazione di voto perché Giorgetti non solo sa che Calenda può intercettare quei voti, ma è au contraire, convinto che Michetti non abbia possibilità di vittoria e che “il candidato giusto sarebbe stato Bertolaso”. Poi già che c’era, per non fare mancare niente a Salvini dei Citifoni a domanda diretta su come finirebbe l’eventuale ballottaggio tra Gualtieri e Michetti ha risposto: “Vince Gualtieri”. Quindi, per non farsi mancare nulla, Giorgetti dice anche che a Milano il candidato voluto da Salvini non vincerà mentre qualche possibilità c’è a Torino. Tace, compassionevolmente, su Bologna e si riserva giudizi sul disastro della Calabria.

Salvini è fucilato, irrimediabilmente, con un’intervista. La resa dei conti inizierà definitivamente il 5 ottobre. E anche il PD pare incazzatuccio. Ma ci riesce difficile pensare che Giorgetti non abbia messo la segreteria PD al corrente di ciò che avrebbe detto nell’intervista a La Stampa.

 

(27 settembre 2021)

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