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Musei di Roma e “pugnette” elettorali #pensieriniromani di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana, #pensieriniromani

E all’improvviso, tutti hanno cominciato a parlare dei musei di Roma. Fino a qualche mese fa, della cultura non fregava niente a nessuno. Poi, tutto d’un botto, i vari candidati sindaci della capitale hanno cominciato a sentirsi degli Alberto Angela.

Ha cominciato Carlo Calenda, a dire il vero, che fin qui era quello che ci aveva convinto di più. Purtroppo, se n’è uscito con una proposta generalista sui musei capitolini, i quali “segmentano la Storia della città eterna”: questa l’accusa. Lui, invece, li vorrebbe mettere tutti assieme, per creare un percorso unico per i turisti: una vera e propria pugnetta da campagna elettorale. Un po’ come azzeccare insieme Apocalypse Now, Platoon, Full Metal Jacket e Il cacciatore, per uno speciale sulla guerra del Vietnam: già solo uno dei filmoni appena citati stenderebbe un qualsiasi gruppo cinefilo. E pure quelli cinofili.

Poi è arrivato Gualtieri, che invece vuol creare un percorso interattivo dai Fori imperiali fino a via dei Cerchi, copiando una vecchia idea di Gianni Alemanno. Giustamente, Rampelli se n’è accorto. E quando le destre hanno ragione, hanno ragione: bisogna anche dirlo. Tana per Gualtieri sotto al banco, che ha ricopiato la versione del vecchio Pdl romano.

Tutte pugnette da campagna elettorale, insomma: rimettere insieme i vari pezzi della Storia di Roma, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, rischia di generare solamente “riassuntazzi brutti”, per dirla con le parole di Barbascura X. Anche perché, a causa della ben nota flemma romana, ci metteremmo un botto di tempo a metter su una roba del genere.

In realtà, sin dai tempi dell’esame di terza media inferiore, sappiamo bene che dobbiamo essere noi a collegare i vari pezzi del puzzle della grandiosa Storia di Roma, non le istituzioni. Perché tutti dimenticano che la vera cultura è soprattutto ricerca?
Prima si approfondisce e, in seguito, si collegano le varie epoche tra loro, da quella di Roma antica sino a quella barocca. E già saremmo un pezzo avanti. La verità è che anche ai romani non frega un bel niente di conoscere la Storia di Roma e la sua incredibile avventura, se non per grandi linee. Poi, magari, vengono a chiederla a me. E certe volte, dopo averlo fatto, fatico pure a essere pagato…

Questa romanità superficiale è solamente provincialismo. Ed è il colmo promuovere il provincialismo a Roma. Si facessero, tutti quanti, un panino con la porchetta, i nostri cari candidati sindaci: sarebbe meglio per loro e anche per noi, poveri cittadini della capitale, perennemente inascoltati. Da sempre.

 

(25 agosto 2021)

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