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Il giorno in cui Carlo Calenda chiese alla Sindaca: “Perché non ci dici quando ti sei vaccinata?”

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di G.G. #Roma

Seguì un tombale silenzio. Non solo della Sindaca uscente, ma dell’intero entourage politico capitolino in lotta per la poltronissima. Carlo Calenda, quel mattacchione, pensate, ha addirittura avuto la faccia tosta di chiedere una pecie di task-force del candidato, per dare l’esempio e “spingere la campagna di somministrazione”.

L’irriverente Calenda ha addirittura osato parlare di “iniziative insieme”. Pare che non ci siano state fila entusiaste ad attenderlo per parlarne. Anzi. Proprio nessuno ha colto l’invito. Perché una cosa è la politica. Altra cosa è la politica seria, che non va mai a braccetto con il vincere a tutti i costi.

Calenda allora, pervicacemente, insiste. E chiede alla Sindaca già delle Funivie e del Pannolino Lavabile, quella vestita in modo indimenticabile alle serate di gala, “Perché non ci dici quando ti sei vaccinata?”, ma lei è impegnata a postare foto nel giorno del suo compleanno, perché le cose importanti prima di tutto, e non trova nemmeno il tempo per rispondergli. Quando ci sono impegni ci sono impegni, e non c’è Calenda che tenga.

Tutti gli altri, quelli invitati da Calenda all’iniziativa comune che hanno risposto non ce ne frega niente del tuo invito, con il silenzio, almeno segnali sul fronte del vaccino li avevano dati: tutti infatti hanno postato foto, selfie e date del giorno del vaccino. Raggi invece tace. Non che sia un male in sé, considerando la poca pregnanza politica delle cose che dice quando apre bocca, ma in questi tempi pandemici non ci può continuare ad ignorare ciò che c’è sperando di riconquistare una poltrona dalla quale si è devastata una Capitale, in nome dell’immobilità come scelta (legittima, ma distruttiva) tacendo su vaccini, cure e misure di contenimento.

 

 

(20 luglio 2021)

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