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Di un molto contestabile Calenda e di una assai poco Venerabile Raggi (ma Gualtieri si veste meglio)

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di G.G., #iolapensocosì

L’articolo di Marco Biondi su Gaiaitalia.com Notizie parla di un popolare programma radiofonico dello scorso 9 giugno, dove il conduttore si è lasciato andare ad un commento, parla del il famoso ed esperto Linus, o deus magnissimo delle radio gnè gnè, che raccontando le immagini della bomba d’acqua che aveva colpito Roma il giorno prima, aveva detto: non può essere colpa di una sola persona. Povera Virginia Raggi, se la prendono tutti con lei, ma è evidente che le responsabilità non possono essere addebitate sempre solo al Sindaco, chiosava il Linus.

Senza dilungarsi troppo nel ricordare cosa è successo in questi 5 anni, alcune cose sono necessariamente da non dimenticare: fu Raggi a dire “è tutto bellissimo” dopo aver avuto un risultato elettorale eclatante che faceva presagire il disastro. Suo e del Movimento 5Stelle. Esperienze poche, competenze o risultati pregressi neanche a parlarne, molte fotocopie e un sacco di slogan fecero dimenticate al romano ebbro di grillismo che nessun pentastellato aveva mai guidato una città, figurarsi la capitale d’Italia. E che dato il livello di preparazione sarebbe stata complicata persino la guida di un condominio. Poi ci s’era messo di mezzo pure Renzi, che maledice ancora quella decisione degli ora odiati piddini.

Dunque all’insegna del promettere in campagna elettorale il nulla emerse.

Era il nulla che non aveva detto ai romani “noi ci proviamo, cerchiamo di capire cosa c’è di sbagliato e proviamo a porvi rimedio”, ma si era vanagloriato di affermare che loro sapevano come sbloccare miliardi di fondi che avrebbero risolto i problemi di Roma, e i romani ci avevano creduto. Quei fondi, ça va sans dire, non si videro mai.

Poi ci si era messo anche Carlo Calenda, che sarà magari anche poco simpatico, ma è un politico ed è stato un manager di grande competenza. Ebbe l’ardire di proporre soluzioni condivise per la città il fellone – mentre Raggi non progettava nulla di nuovo ma prometteva tanto: soprattutto cantieri fermi (nel frattempo la produzione di veline dal Campidoglio aumentava e aumentava). Ed era sempre lei, Virginia Raggi, a richiedere poteri speciali e fondi mentre non partecipava ai tavoli per Roma che, ai tempi del governo Renzi, Carlo Calenda aveva organizzato per cercare di trovare soluzioni per risollevare la città. Lei indignatissima dall’alto del suo colle: algida e muta.

Virginia Raggi si è (in)colpevolmente battuta (?) perché nulla cambiasse nella
gestione di Roma
dicendo di battersi per il cambiamento di Roma;
 mentre i romani pagano la TARI più cara d’Italia l’erba non tagliata e che inonda strade e marciapiedi è ulteriore esempio di incapacità che si somma ai bandi sbagliati. Strade inondate dall’acqua fanno la gioia dei fotografi. Gli automobilisti gioiscono meno, ma bestemmiano. E non è un dettaglio. I marciapiedi sono sporchi, gli scarichi pieni e l’acqua inonda e trascina anche i contenitori dell’immondizia e i sacchi abbandonati, perché c’è sempre coerenza dall’inizio alla fine. E i romani continuano a fare gimcane su cantieri mai finiti, furiosi per i sottopassi inondati e finirà che ci scappa il morto. Senza che nessuno stia lavorando sul serio.

E cosa succede? Succede che mentre il web è invaso di insulti contro Calenda che si candida, lei, nostra Signora dei Sesterzi, prende la decisione di ricandidarsi; sembra assurdo, ma nasconde un piano terrificante. Tratterà col PD poltroncine e influenze politiche nel caso arrivi al ballottaggio, proprio mentre il presidente del suo Consiglio Comunale passa a Forza Italia.

Insomma siamo alla Raggi virtuale. Poi se proprio volete votarla, liberissimi. Personalmente potrei anche preferire un molto contestabile Calenda ad una assai poco Venerabile Raggi. Poi è vero che Gualtieri si veste meglio di entrambi.

 

(12 giugno 2021)

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