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“Pensierini Romani” di Vittorio Lussana sul Qualunquismo Romano

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di Redazione, #PensieriniRomani

L’Acea mi manda per posta una bolletta del 2018. Ovviamente, si tratta di una fattura regolata da tempo. Li chiamo e la ragazza che risponde al telefono, dopo opportuna verifica, resta sconcertata. Già di norma, a Roma si lavora ‘col culo’. Figuriamoci oggi, in piena pandemia Covid.

Tiziana, così si chiama l’addetta al servizio clienti, manca poco si metta a piangere. Cerco di calmarla, ma lei insiste: “Qui sono tutti pazzi: pensano solo alla Roma e alla Lazio. Lavorano solamente in funzione della pausa-caffè. Io sono anche laureata, ma mi hanno ‘messa’ al call center. Così, tutte le lamentele me le ‘becco’ io. E qui di telefonate ne arrivano di continuo, per guasti e quant’altro. Fossimo in Svizzera, sarebbe tutto più semplice. Ma a Roma non funziona più niente: sembra tutto fermo da almeno un decennio”.

E’ vero, ovviamente: i compiti più spiacevoli li deve sempre svolgere una donna. Soprattutto se dotata di una bella voce, adatta alla diplomazia e ai rapporti con l’esterno. Il solito ‘mondo alla rovescia’, a prescindere dalla questione di genere, che di certo non è garanzia assoluta di efficienza e competenza. Il vero problema italiano rimane la scarsa, scarsissima, meritocrazia: quelli bravi restano sempre ‘inchiodati’ alla base e raramente salgono ai vertici. Persino l’Esercito italiano lo ha capito da tempo: se un plotone ‘marcia male’, il problema è chi lo guida. E qui non stiamo parlando di assessori o giunte comunali, bensì di quadri e dirigenti d’azienda. Sembra quasi lo facciano apposta: mandano avanti i ‘peggiori’, secondo una logica di sfruttamento, anziché di ‘performance’ professionale.

E’ proprio una questione antropologica, di mentalità: sui luoghi di lavoro, le persone ‘in gamba’ vengono regolarmente ‘scavalcate’, oppure prese in giro o accompagnate da ‘risolini’ dietro le spalle. Perché se alla tua azienda ci tieni e non vuoi farle fare brutte figure, vieni considerato un ‘coglione’.

Si torna, ancora una volta, sullo stesso, medesimo, punto di sempre: l’egoismo qualunquista e piccolo borghese ‘spacciato’ per individualismo liberale. Non è la stessa cosa. Continuiamo a ribadirlo e a sottolinearlo: non è la stessa cosa…

 

(17 febbraio 2021)

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