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Carlo Calenda: “Non ho detto che non voglio le primarie, ho detto che voglio aprirle”

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di D.S. #Roma twitter@GaiaitaliaRoma #Politica

 

Avevano avuto anche noi la sensazione che Carlo Calenda avesse detto la scomodissima frase: “Farò il possibile per avere la coalizione più ampia possibile” e che non avesse assolutamente detto “No” alle primarie.  Ma questo è un momento storico in cui se ascolti bene ciò che la gente dice, e te lo ricordi anche, sei un imbecille: E qualche dubbio, nonostante la tua autostima, può anche venirti…

Ma poi, siccome leggi, ti viene in soccorso qualche quotidiano nel quale Carlo Calenda ribadisce il concetto negli stessi termini in cui lo ricordavi così che puoi tirare un sospiro di sollievo ed evitare di continuare a sentirti un imbecille. Poi c’è Corrado Formigli su La7 ad esempio, al quale Calenda dice: “Non chiudo e non ho detto che non voglio farle ho detto che voglio allargare il più possibile il campo e di stare attenti perché per esempio il Pd a Bologna non le fa”.

Effettivamente il PD a Bologna le primarie non le fa. Non solo. L’obbligo di primarie è stato epurato dal nuovo statuto del partito, per fare strami dell’eredità renziana. Lo dico da non renziano. Calenda aggiunge poi di avere parlato al telefono con Zingaretti il 12 ottobre, ma non sono ancora riusciti a vedersi e non è difficile crdergli, considerando il governo che il segretario PD si è messo tra i coglioni.

C’è poi un altro aspetto che riguarda il rapporto tra Calenda e il PD: alle scorse europee Carlo Calenda è stato eletto in Europa anche con i voti del PD portando in dote una massiccia dote di voti personali e in politica, a meno che tu non sia del M5S, i debiti si ripagano. Certo, ci si arriva in una certa maniera che definire peculiare è un eufemismo, ma ci si arriva. Del resto, Zingaretti lo sa, quella di Roma è proprio la sua battaglia. Una battaglia che non può assolutamente perdere. Certo non può perdere neanche la faccia. Così che a Calenda tocca aspettare.

 

(23 ottobre 2020)

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