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Il vuoto della politica genera Crimi

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di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica

 

Toccherà loro saltare in aria. I lillipuziani della politica, gli incolti dell’incultura di governo, i neofascisti travestiti malamente da Che Guevara de noantri, quelli che sono ancora lì dopo essere già stati lì coi risultati che abbiamo visto, quelli che nel M5S avevano trovato l’ascensore sociale, eccoli. Tutti furiosi (per l’Italia? ma nemmeno per idea. Pensano al loro conto in banca) e pronti allo scannatoio a 5Stelle, al tutti contro tutti,dopo il fragoroso rumore provocato dalla caduta degli dei.

Elezioni 2020: il M5S è ridotto a dimensioni lillipuziane, non piazza un sindaco al ballottaggio, perde una trentina di punti di qua e una quarantina di là, in Veneto scompare del tutto e non ha più rappresentanza nemmeno in Regione, si intesta la vittoria del referendum (ma la Legge l’ha scritta Calderoli) e la prima azione di Di Maio è festeggiare selvaggiamente con i suoi fans per nascondere ila caduta di consensi: sono morti. Saranno le prime vittime della riforma elettorale che dicono di avere voluto, e non se ne rendono neanche conto. La seconda azione di Di Maio è annunciare che non c’è accordo per la Legge elettorale, quella nuova.

Avevate qualche dubbio?

A Roma la Sindaca del Pannolino Lavabile, la più grande disgrazia politica che la Capitale abbia visto dal 1947 in poi, punta gli augusti piedini e dice che lei si ricandiderà attaccando Zingaretti; per attaccare Di Maio, naturalmente, perché non si può attaccare l’onnipotente capetto direttamente. Non si sa mai.

E nel Movimento è piena rivolta. Vito Crimi sembra volerci mettere la faccia. ma poi fugge.

Succede infatti che l’inconsistente capo politico del M5S che succede a Di Maio – un genio dopo l’altro – convochi gli stati generali dell’orrenda creatura e poi decida di non presentarsi, consapevole che più di uno stato generale sarà l’apertura di una macelleria dopo trent’anni di fame. Vito Crimi fugge dopo avere inviato una mail con la richiesta di partecipare all’incontro giovedì alle 18. Ma lui non ci sarà. Lo dice lui. Poi lo confermano i capigruppo di Camera e Senato.

Le pulci con la pertosse sono furiose: ce l’hanno con Crimi, con Di Maio, con la sfiga, con Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, alla quale i parlamentari non vogliono più versare i 300 euro. Si sono accorte, le pulci con la pertosse, che sono dentro una roba che non sanno nemmeno loro che cosa sia più e che hanno creduto al nulla cosmico. Ma la fame è brutta. E il desiderio di riscatto sociale lo è anche di più. Eri nulla, sei diventato qualcuno senza averne merito, e rischi di tornare dov’eri.

Succede sulla pelle dell’Italia, sulla distruzione delle sue regole democratiche, sulla pelle del parlamento, con una riduzione del numero dei parlamentari voluta dal M5S che nel suo coma non ha previsto le necessarie riforme, preferendo lo scannatoio a cinque stelle dal quale persino il capo politico si tiene alla larga. Un disastro annunciato che il 32,8% degli Italiani ha avvallato nel 2018, con un voto cieco, sordo e inutile.

 

(24 settembre 2020)

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