di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #Quarantena
Sono felice che la pandemia da coronavirus abbia sostanzialmente risparmiato la città di Roma. E comprendo pienamente, con animo sincero, la protesta dei ristoratori romani, che l’altro giorno hanno manifestato – mantenendo una corretta distanza di sicurezza – sugli scalini di Trinità dei Monti. Eppure, netta è stata l’impressione, durante la quarantena, di una città in cui si era tornati, finalmente, a sentire il suono dell’acqua che scorre nelle sue fontane. Alcune immagini del lockdown capitolino resteranno nella mia mente probabilmente per sempre: una Roma libera dal traffico e dal caos, che riportava alla mente la sua dimensione poetica. Una pace immortale, con alle spalle i turchini monti del Lazio, nell’idea, forse un po’ ingenua, di una rigenerazione della vita sotto la luce di un sole bianco, apparentemente irreale. Un ritorno a quelle origini un po’ etrusche e un po’ sabine che, nell’atto della Storia, sembravano perdute.
(13 maggio 2020)
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