di Paolo M. Minciotti #LGBTI twitter@GaiaitaliaRoma #Migranti
Non è piaciuta al mondo dell’associazionismo LGBTI, e sicuramente nemmeno ai tanti migranti LGBTI che vivono in italia in condizioni che definire di disagio non è sufficiente, la dichiarazione del portavoce del Gay Center romano Marrazzo che riportiamo di seguito
Una sanatoria generalizzata rischia di equiparare le vittime con i carnefici, gli sfruttati con i caporali e di alimentare il traffico degli scafisti che stanno pubblicizzando l’Italia come terra dai facili permessi, causando cosi altre vittime nel Mediterraneo. Questo è quanto la comunità italiana di migranti LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) ci ha fatto rilevare in questi giorni. Particolarmente preoccupante il racconto di come molti sfruttatori proveranno a farsi regolarizzare e dei video di invito a venire in Italia che gli scafisti stanno facendo girare con la scusa della sanatoria.
Per far fronte all’emergenza Covid-19 vanno valutate azioni di carattere temporaneo, in modo che poi, una volta finita la crisi, saranno ripristinate le regole, e semmai definendone di nuove a contrasto dei fenomeni di caporalato e sfruttamento dei migranti.
Ecco tre semplici proposte che potrebbero essere di aiuto ad esempio possono essere:
Estensione della assistenza sanitaria per tutti i migranti
Proroga della validità contratti di lavoro stagionale, ed autorizzazione al lavoro per tutti i migranti in attesa di risposta di asilo o regolarizzazione, fino a cessata necessità
Autorizzare fino a cessata necessità, il lavoro agricolo socialmente utile, l’impiego a costo fiscale zero di tutti i disoccupati, inclusi i migranti, sia irregolari che regolari, purché siano garantiti giusta paga e diritti lavorativi
Tali provvedimenti non implicherebbe la sanatoria generalizzata, le cui ricadute umane, politiche e socioeconomiche sarebbero disastrose. A beneficiarne sarebbero tutti i migranti volenterosi di occupazione, sia regolari disoccupati che irregolari, le imprese agricole che non esiteranno ad impiegare anche in futuro quei lavoratori che si daranno più da fare in questa fase di emergenza.Lo Stato, dal canto suo, potrebbe considerare di premiare i lavoratori stranieri più volenterosi nel loro adempimento dell’impegno “socialmente utile”, concedendo loro un percorso preferenziale nell’accoglimento della domanda di soggiorno: percorso preferenziale che nulla toglierebbe al percorso giuridico per la regolarizzazione a normativa vigente.
Fabrizio Marrazzo, Portavoce Gay Center

Il vicepresidente dell’associazione di volontariato Il Grande Colibrì Lyas Laamari, rifugiato con un passato da migrante irregolare si rivolge direttamente a Marrazzo di Gay Center.
“Sostenere pubblicamente di essere diventato il portavoce della comunità migrante LGBT italiana – dichiara Laamari – mi costringe a sfidarLa pubblicamente a trovare una persona migrante, irregolare ovviamente, che dia credito alle Sue dichiarazioni dicendo di non voler avere un permesso di soggiorno con cui stringere un rapporto lavorativo, anche come bracciante o colf, e di non voler avere un ruolo partecipativo nella comunità in cui vive.”
“La sfido a trovare una persona migrante che non desideri avere un permesso di soggiorno con cui accedere al sistema sanitario in modo continuativo, -continua Laamari – ad esempio per seguire un percorso di riattribuzione sessuale o per intraprendere un percorso psicoterapeutico dopo una violenza sessuale subita in Italia o durante il viaggio dal paese di provenienza. La sfido a trovare una persona migrante che non desideri avere l’indipendenza legale sufficiente per raggiungere la propria autodeterminazione e uscire dallo schiavismo, dalla tratta e dallo sfruttamento sessuale sempre più insito nella nostra società.”
Parole come pietre.
Secca e piuttosto piccata la risposta di altre numerose associazioni LGBTI romane e nazionali che intervengono sulla questione trattata, è la nostra opinione, piuttosto strumentalmente dall’autore dei post che pubblichiamo qui sopra. Di seguito il comunicato ricevuto in redazione.
ABBIAMO UNA VOCE E SAPPIAMO USARLA
No, non è vero che la comunità LGBT+ è contraria alla regolarizzazione delle persone migranti.
Non è vero per tante ragioni.
Le comunità LGBT+ sono realtà complesse, non riducibili ad un unico portavoce che le rappresenta tutte.
Nessuno quindi può parlare a nome di tutt* noi.
Ogni comunità, ogni organizzazione ha gli strumenti per rappresentarsi da sé e bisogna dare e pretendere rispetto per la nostra autodeterminazione politica.
Siamo associazioni impegnate da decenni nella lotta alle discriminazioni e per un Paese più equo e giusto.
Siamo persone LGBT+, migranti e non, che lottano ogni giorno perché nessun* venga lasciat* indietro, perché nessun* sia invisibile, perché la collettività si faccia carico di tutt*.
Da anni le persone migranti, i loro diritti e le loro legittime istanze di cittadinanza, sono al centro del nostro impegno politico.
Non riconosciamo nella formale appartenenza ad una comunità nazionale un elemento che possa giustificare disparità di trattamento.
Questa è la nostra posizione.
Possiamo criticare le scelte di regolarizzazione delle persone migranti perché motivate da una contingenza produttiva e non dalla convinzione che ogni persona meriti pari diritti e dignità in ogni circostanza, semmai.
A prescindere dalla ragione che vi è alla base, però, riteniamo che ogni provvedimento che metta al centro le persone e le libera dall’invisibilità dello sfruttamento sia necessario e da approvare senza tentennamenti.
La scusa di negare i diritti alle persone migranti perché questo favorirebbe i trafficanti è sbagliata e inaccettabile politicamente. È la stessa logica che sostiene i vergognosi ostacoli ai salvataggi in mare.
Noi pensiamo che i diritti e la dignità delle persone vengano prima di tutto.
Noi chiediamo che questi diritti e questa dignità vengano tutelati perché attributi inalienabili degli esseri umani.
Noi abbiamo una voce e sappiamo usarla. Lo abbiamo dimostrato nella nostra storia e continueremo a farlo finché ne avremo le forze.
Non abbiamo bisogno di qualcuno che parli al posto nostro.
Appello aperto alle sottoscrizioni.
Per sottoscrivere contattare le realtà proponenti
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Associazione Famiglie Arcobaleno
Associazione Quore
Omphalos LGBTI
Associazione Radicale Certi Diritti
Mixed LGBTI
Arc Cagliari
Antinoo Arcigay Napoli
ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
Coordinamento Torino Pride
Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale
Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford
Cassero LGBTI
Pride Vesuvio Rainbow
Esedomani Terni
Arcigay Reggio Emilia
Gruppo migranti Arcigay Reggio Emilia
Pochos Napoli ASD
MOS
Unica LGBT
Coordinamento Sardegna Pride
(7 maggio 2020)
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