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Vede Sindaca Raggi, quando si sa che ci sono lavoratori in nero si fanno azioni per toglierli dal nero…

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di Giancarlo Grassi #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica

 

Vede Sindaca Raggi, nemmeno se le volessi bene potrei risparmiare queste righe e posto che non gliene voglio, né a lei né alle sue politiche, non vedo perché devo starmene zitto. La sua dichiarazione da madre very deeply concerned sui lavoratori in nero, è convincente come incontrare un anaconda che ti guarda negli occhi e ti dice “non ti stritolerò”, perché a Lei dei lavoratori in nero, Signora Sindaca delle Funivie, non interessa nulla. Ciò che Lei vuole è che si parli di lei.

Perché non si è mai contenti (Fama, infamia… che importa. Sarò ricordato… cit.) e quando ci si abitua alla fama, la fama diventa fame e ci si sfama di fama. Soprattutto se si è così fortunati da poterlo fare. Chi lavora in nero non può sfamarsi di fama. Soprattutto quando chi potrebbe toglierlo dal lavoro in nero, perché è al corrente che esiste il lavoro in nero e potrebbe usare il suo potere per sradicarlo, o almeno provarci, non lo fa e si limita a regali dichiarazioni di vicinanza per coloro che – poverini! – hanno la sfortuna di lavorare in nero.

Vede Sindaca Raggi, lei non mi ha mai ispirato nessuna fiducia. Votavo a Roma nel malcapitato anno in cui Lei fu eletta a suon di promesse di sesterzi e pannolini lavabili e avrei votato persino Salvini pur di impedirLe di salire al Campidoglio, perché era palese che lei era – e sarebbe stata –  incapace di governare. Bravissima nella comunicazione, e allora faccia la speaker radiofonica (la sua voce è perfetta, per quel mestiere), ha perso anche quella sua caratteristica, strangolata da dimissioni, scioperi, problemi vari, assessori che se ne vanno, collaboratori in galera, la sua immobilità e le elezioni del 2021 che, a dio piacendo, la vedranno scomparire come merita dall’agone politico saranno eternamente a testimonianza dei Romani che ci sono cascati. Se non li conosco male non ripeteranno l’esperienza..

Dubitiamo che fino a quella data eviterà di dire ciò che le piace tanto dire – qualsiasi cosa, per la cronaca, e per amore del nulla – ma eviti, se può, di prendere in giro con le sue pretese di vicinanza coloro che davvero i suoi colpi di fortuna se li sognano, Sindaca Raggi. Glielo chiedo in nome dell’umana decenza, non certo perché io non la sopporti. Non ho il piacere di conoscerla se non attraverso la sua poco invidiabile azione di governo della Capitale e, lo creda, mi basta quella.

 

(11 marzo 2020)

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