di Vittorio Lussana #pensieriniromani twitter@gaiaitaliacomlo #Raggi
E così la procura di Roma, in merito alla vicenda del drammatico cedimento della scala mobile avvenuto lo scorso 23 ottobre presso la stazione di ‘Repubblica’ della metro A della capitale, ha deciso di indagare tre addetti dell’Atac e il legale rappresentante della società che doveva occuparsi della manutenzione dell’intera linea ferroviaria sotterranea. Ciò significa che i tifosi russi del Cska di Mosca non c’entrano niente: nessuno si è messo a saltare sulle pedane della struttura, come dichiarato frettolosamente dalla sindaca, Virginia Raggi, al fine di dare subito in ‘pasto’ un colpevole all’opinione pubblica. Una caratteristica odiosa, che accomuna sia il M5S, sia la Lega di Matteo Salvini, segnalando un grado d’inculturazione di queste due forze politiche a dir poco aberrante. Sono già parecchi i ‘guai’ contro i quali le due attuali forze di Governo sono andate a ‘sbattere’, in questi mesi, a causa di questo antico ‘difetto’ che, in genere, serve soprattutto a identificare chi, a suo tempo, ha ‘tradito la vanga’ e si ostina a ragionare per luoghi comuni. Dalle semplici immagini di un video-telefonino si comprende benissimo come l’incidente sia capitato per il ‘salto del nastro’ delle pedane: una cosa pericolosissima, che dovrebbe rappresentare la principale delle preoccupazioni strutturali sia da parte dell’Atac, sia della ditta esterna che si occupa della manutenzione. In realtà, la prima non ha segnalato nulla alla seconda, probabilmente perché la richiesta di una ‘uscita’ della squadra di verifica e di eventuale sostituzione del ‘nastro’ possiede un costo. E quindi, a Roma si continua a vivere così: perennemente in attesa che succeda qualcosa, senza alcun tipo di politica preventiva. E’ anche bello affidarsi alla Santissima Provvidenza, per carità: ella non ci invia solo ed esclusivamente delle prove negative, bensì anche notizie positive, spesso e volentieri. Ma certamente, questo tipo di ‘filosofia’ non appartiene agli ambiti della politica, bensì a quelli di una vecchissima visione ‘fatalista’ che dovremmo aver superato ormai da secoli. Invece, risultiamo ancora ‘zavorrati’ da questi ‘retaggi’ qui. E quando non si sa più dove andare a ‘parare’, la colpa è dei giudici, che sono tutti iscritti a ‘Magistratura democratica’ in quanto estremisti di sinistra ‘trinariciuti’ e gli occhi iniettati di sangue. E’ vero, altresì, l’esatto contrario: il loro compito, oggi, risulterebbe socialmente assai meno invasivo se qualche docente, in passato, avesse invitato le famiglie di alcuni alunni a mandare i propri figli a lavorare, magari accompagnandoli con una bella ‘pedata nel sedere’. Ciò, purtroppo, non è accaduto. E adesso, questo genere di persone le ritroviamo a fare il sindaco o, addrittura, il ministro degli Affari Interni. Ma che bel ‘macello’, marcondirondirondello…
(5 dicembre 2018)
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