di Gaiaitalia.com #Roma twitter@gaiaitaliacom #Teatro
Hanno indotto in tentazione circa 20’000 donne over35 con la loro hit “Molla i Maschi” che recita il mantra della “Lesbica Tardiva”. Si sono fatte odiare dalle coppie etero e omo con la loro canzone “Sai che la coppia non va più di moda (ha fatto il suo tempo come il whisky and soda)”. Hanno fatto morire dalle risate tutta Roma Est con lo storytelling della quattordicenne che stalkerizza Patty Pravo. Hanno esorcizzato la paura di morire con il dilemma “Muoio o Mi Ammazzo”. Ma adesso è tempo di teatro! Così Le NoChoice (aka Federica Tuzi e Merel Van Dijk), tornano in scena il prossimo 1° Febbraio al Teatro Biblioteca Quarticciolo con il nuovo spettacolo “Dai DILEMMI agli INCONTRI”, ovvero: come ti strego con un racconto.
Cosa succede quando una scrittrice e una cantautrice si incontrano? Prendono vita storie musicali, o musical storytelling, per dirla à la page…
Federica Tuzi è un’affabulatrice: con il suo romanzo “Non ci lasceremo mai” ha vinto il premio John Fante regalandoci un on the road esistenziale sul delicatissimo tema del gender. La sua scrittura è leggera, molto ironica e decisamente poco italiana: la combinazione ideale per mescolarsi con le sonorità di Merel Van Dijk, cantautrice olandese che ha all’attivo numerosi tour negli Stati Uniti con la band Merel and Toni. Insieme hanno formato Le NoChoice, un duo che ha saputo cogliere l’urgenza di prendere un posizionamento sulla questione della violenza sulle donne, e l’ha fatto in primis, con lo scorrettissimo mantra rap “Lesbica Tardiva”. Nel repertorio del Le NoChoice ci sono pezzi rap, cumbia dub, folk nordeuropei, ma sopratutto storie: la storia di Federica adolescente che diventa stalker di Patty Pravo, la storia dell’amicizia con un detenuto tra colpi di scena e momenti di thriller, la storia della prima volta in cui ha preso l’ayahuasca, la storia d’amore tra Freddie Mercury e il ragazzo che è gli è rimasto accanto fino alla fine dei suoi giorni, ma tra queste storie ci sono anche ossessioni come quella per il cibo (Mangio o digiuno?), la paura della morte (Muoio o mi ammazzo?), la difficoltà di trovare la distanza giusta nelle relazioni (Il dilemma del porcospino).
Le NoChoice alternano pezzi musicali a storie musicate, vere e proprie canzoni a momenti affabulazione che sembrano quasi un film con colonna sonora. Non hanno paura di sperimentare, di non sapere dove collocarsi (Teatro? Concerti? Festival di letteratura? Rassegne di poesia sonora?), né di non poter rispondere con precisione alla domanda: “ma voi che genere fate?”. Gender trouble, direbbero con uno dei loro rap.
E’ un genere poco battuto, soprattutto in Italia. Laurie Anderson ha sperimentato molto in questa direzione, ma lei era interessata soprattutto alla musica, al suono delle parole, mentre Le NoChoice sono completamente proiettate sull’affabulazione: i loro pezzi raccontano!
Hanno presentato il loro concerto teatrale in varie città d’Italia, guadagnandosi a poco a poco l’affezione di un pubblico curioso di nuovi formati e nuovi generi narrativi, ma sopratutto affamato di storie: storie per ridere, storie per riflettere, storie per il gusto di sentir raccontare bene una storia, con ritmo e suspance e tante sorprese sonore.
(15 gennaio 2018)
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