di Vittorio Lussana #PensieriniRomani twitter@GaiaitaliaRoma #Fiumicino
Durante una serata, trascorsa in compagnia di alcuni amici e redattori a Fiumicino – non l’aeroporto, ma la località di mare vera e propria – scopro che la zona del Lungomare e degli stabilimenti balneari è stata riqualificata: sembra quasi di passeggiare in Versilia. Siamo a soli 15 minuti dalla capitale e non solo non c’è traccia di rifiuti abbandonati da nessuna parte, ma le strade risultano pulite e ben ordinate. Persino le banchine del porticciolo turistico risultano in perfetto stato. A riprova dei giganteschi errori fatti nel passato, in cui si è puntato a fare di Roma una megalopoli cosmopolita inutilmente enorme, senza minimamente comprendere che molte periferie potevano diventare comuni a sé stanti, formando un’hinterland che a Milano funziona molto bene.
Fiumicino è la dimostrazione fattuale che intere zone come Ostia o Lunghezza, avrebbero dovuto rimanere fuori dall’area comunale, per provvedere a se stesse. In sostanza, Roma sta pagando gli errori fatti negli anni ’60 del secolo scorso, quando la speculazione edilizia e uno stillicidio di varianti al Piano regolatore, fece impennare i prezzi dei terreni e delle case in costruzione. Antichi favori per gli amici costruttori, che consentirono un vero e proprio ‘strozzinaggio’ legalizzato. Una capitale di medie dimensioni poteva bastare: un concetto urbanistico che gli antichi romani conoscevano bene già duemila anni fa.
Estendere Roma per emulare le dimensioni di New York è stato un errore di arroganza a dir poco cretino.
(2 novembre 2019)
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